E’ on line il TG.fun del 23 settembre 2015, il videoquindicinale trasmesso da www.funerali.org.
Poco più di cinque minuti dedicati ad un tema di interesse del settore funebre o cimiteriale italiano, con analisi e risposte a domande di un nostro esperto.
Questa puntata del nostro TG funerario d’approfondimento riguarda la discussione se sia obbligo o meno di svolgere le esequie a cassa chiusa.
Il fatto si sostanzia in questi termini: in alcune remote realtà territoriali, specie nel Meridione, è costume inveterato aprire la bara in chiesa, per la celebrazione delle esequie e poi anche in cimitero, per l’estremo saluto, prima di provvedere alle operazioni di sepoltura, quando finalmente la bara viene sigillata. Questa prassi, però, non ci deve scandalizzare più di tanto perché, ad esempio, appena fuori dei nostri confini nazionali, all’Est, nei Paesi di tradizione cristiana ortodossa la S. Messa a cassa aperta è sentita come un atto dovuto, e conforme alla sensibilità liturgica dei dolenti; oltreché alla locale normativa ecclesiastica; orbene detta condotta illegittima, però, in Italia, anche se comprensibile, viola palesemente l’Art. 30 DPR n. 285/1990, con conseguente applicazione delle norme di diritto punitivo per le infrazioni al regolamento statale di polizia mortuaria, ed anche le norme di diritto canonico (Ordo Exequiarum, così come recentemente riformata dal nuovo protocollo per l’officio del funerale cattolico romano). Tra l’altro anche qualche Diocesi si è già pronunciata in tal senso, denegando il permesso ad aprire il feretro in chiesa, ma la pressione dei parenti del de cuius, per trasgredire alla Legge, pare essere comunque molto forte e ed notorio come , in certe zone d’Italia, i dolenti sappiano essere molto sanguigni ed impulsivi nelle loro pretese.
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