E’ on line il TG.fun del 24 giugno 2015, il videoquindicinale trasmesso da www.funerali.org. Poco più di cinque minuti dedicati ad un tema di interesse del settore funebre o cimiteriale italiano, con analisi e risposte a domande di un nostro esperto.
Questa puntata del nostro TG funerario d’approfondimento è dedicata alla questione della proprietà dei beni utilizzati per edificare un sepolcro e sulla loro valorizzazione in caso di retrocessione?
Se non vi è diversa previsione nel Regolamento comunale di polizia mortuaria, il concessionario può solo rinunciare alla concessione ottenuta nei confronti del comune. Dato il forte mix tra pubblico (concessione su area demaniale per costruirvi un sepolcro privato a sua volta al fine di dare sepolture alle salme cui essa e’ riservata, cioe’ del concessionario e delle persone appartenenti alla di lui famiglia) e privato, occorre fare riferimento ad istituti di diritto privato (art. 823 Cod. Civile), in particolare per quanto riguarda il manufatto eretto e, nella specie, agli artt. 934 Cod.Civile. Agli effetti concreti il manufatto diventa di proprietà e disponibilità’ del comune (essendo l’area demaniale) e se l’ex (ormai, dopo la retrocessione) concessionario non richiede, prima della rinuncia, deve rimuovere quanto edificato. Potrà retrocedere l’area solo quando ripristinata nelle condizioni presenti al momento della concessione, o cio’ non sia possibile senza pregiudizio, va corrisposto il valore dei materiali (non dell’opera in se’, ma dei materiali di cui e’ costituita), al valore in cui sono stati acquistati, senza alcun aggiornamento o attualizzazione (art. 1277 Cod.Civile ), sulla base di titoli idonei a provarne il valore, come fatture, contratti registrati, ecc. In difetto di prove del valore dei materiali impiegati, il manufatto diventa semplicemente di proprietà’ del comune (salvo che i concessionari non vogliano richiedere un accertamento giudiziale del valore di materiali. RIPETIAMO: salva diversa previsione del Regolamento comunale di polizia mortuaria; infatti, molti comuni, anche al fine di assicurare una maggiore trasparenza nei rapporti concessori, prevedono, con tale strumento, delle misure di retrocessione, magari anche forfetizzate (es. con percentuali rispetto a tariffe di questo o quel tipo), in modo da assicurare comunque una regolazione uniforme di tali casi.
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