Il report – redatto dall’Istituto superiore di Sanità – ha presentato le caratteristiche di 118.592 pazienti deceduti e positivi a SARS-CoV-2 in Italia – così come riportati dalla Sorveglianza Integrata COVID-19 coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) – nelle tre fasi che hanno caratterizzato la pandemia, dall’inizio al 28 aprile 2021: prima ondata (marzo-maggio 2020), fase di bassa incidenza (giugno-settembre 2020), seconda ondata (ottobre 2020-aprile 2021).
L’età media dei pazienti deceduti e positivi a SARS-CoV-2 è risultata pari a 81 anni, più alta di oltre 30 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione, pari a 47 anni.
Inoltre le donne, decedute dopo aver contratto infezione da SARS-CoV-2, presentano un’età più alta rispetto agli uomini (85 anni contro gli 80 degli uomini).
Al 28 aprile 2021 i pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi, di età inferiore ai 50 anni, sono stati 1312, dei 118.592 complessivi (pari all’1,1%), e solo 296 di questi avevano meno di 40 anni.
Esaminando il dato di 7.199 deceduti, per i quali è stato possibile analizzare le cartelle cliniche, si sono altresì evidenziate le più comuni patologie croniche preesistenti, con un campione che rappresenta però solo i decessi di soggetti con necessità di ricovero.
Le più comuni patologie croniche preesistenti nei pazienti deceduti (distinte in 4 fasce di età: 16-59, 60-69, 70-79, 80+ anni) risultano essere come numero medio pari a 3,6 e, nello specifico, riconducibili a: cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale, scompenso cardiaco, ictus, ipertensione arteriosa, demenza, insufficienza renale cronica, insufficienza respiratoria, che aumentano con le età; diminuiscono, invece, le prevalenze di epatopatia cronica, delle patologie per cui è necessaria la dialisi, di infezione da HIV e di obesità. Per diabete, BPCO e tumore si riscontra una diminuzione solo nell’ultima fascia di età; per le malattie autoimmuni, al contrario, si riscontra un aumento in tale ultima fascia di età.
Nel campione di pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi, per cui sono state analizzate le cartelle cliniche (7.199), risultano come tempi medi: tra la data dell’insorgenza dei sintomi e la data del decesso, 13 giorni; tra la data dell’insorgenza dei sintomi e quella del ricovero in ospedale, 5 giorni; tra la data del ricovero in ospedale e quella del decesso, 8 giorni.
Per i trasferiti in rianimazione, il tempo intercorso dal ricovero in ospedale al decesso è stato di 5 giorni più lungo, rispetto a quelli che non venivano trasferiti (12 giorni contro 7 giorni).
Infine, rispetto al periodo della prima ondata epidemica (marzo-maggio 2020), nel periodo della seconda ondata epidemica (ottobre 2020-aprile 2021) i deceduti hanno mostrato una maggiore complessità clinica, con un numero più alto di comorbosità e di complicanze, in particolare danno renale acuto e sovrainfezione.
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