Pubblicato il V Rapporto B.E.S. – 2017: speranza di vita e indicatori di mortalità.

Il 15 dicembre 2017 l’ISTAT ha pubblicato il V Rapporto B.E.S. – 2017,  da cui, tra gli altri indicatori, emerge come migliori la speranza di vita alla nascita (in Italia, nel 2016, è stata pari a 82,8 anni), con un completo recupero rispetto alla flessione osservata nel 2015, in concomitanza del picco di mortalità registrato in Italia (ed altresì in molti paesi europei). Nel 2016, gli indicatori che descrivono la qualità degli anni da vivere in buona salute o senza alcuna limitazione nelle attività a 65 anni non evidenziano variazioni di rilievo rispetto agli ultimi due anni. I principali indicatori di mortalità continuano a registrare un andamento positivo. Nel 2014, la mortalità infantile raggiunge il suo minimo storico e quella per tumori maligni negli adulti si riduce ulteriormente. Anche il trend della mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso si conferma in diminuzione, consolidando la tendenza degli ultimi anni.
Nel 2015, in Europa, l’aumento della speranza di vita si è arrestato dopo oltre un decennio. L’Italia ha comunque mantenuto il 2° posto in graduatoria, con 82,7 anni di vita media attesa alla nascita, dopo la Spagna (83 anni), seguita dalla Francia (82,4); la media UE-28 è di 80,6 anni. L’Italia ha perso circa 5 mesi di vita media attesa rispetto al 2014, al pari di Francia e Germania, mentre in media l’UE-28 ha registrato un decremento di circa 3 e 1/2 mesi. In Italia, la flessione della speranza di vita ha penalizzato maggiormente le donne, che hanno perso oltre 8 mesi in media di vita; solo a Cipro si è rilevata una flessione più ampia (-12 mesi). Declinando le graduatorie per genere, la posizione dell’Italia nel 2015 non si modifica rispetto al 2014: gli uomini in Italia restano in 2^ posizione dopo la Svezia, mentre le donne permangono al 3° posto, dopo Spagna e Francia.
Nel 2015, in Italia, gli indicatori che descrivono la qualità degli anni che restano da vivere, ovvero quelli vissuti in buona salute o senza limitazioni nelle attività a 65 anni rimangono stazionari. Gli anziani italiani per i quali si registra un anno di vita media in più (22,2 anni per le donne e 18,9 per gli uomini) rispetto alla media dei paesi UE-28 nel 2015 si collocano al di sotto della media europea quando si considera la sopravvivenza senza alcuna limitazione nelle attività. Per gli uomini la speranza di vita senza limitazioni nelle attività a 65 anni è pari a 7,8 anni a fronte dei 9,4 anni della media europea; per le donne italiane il livello è di 7,5 anni rispetto ai 9,4 anni della media UE.
Il tasso di mortalità infantile in Italia è da anni tra i più bassi in Europa. Nel 2015 i tassi più bassi sono stati registrati in Slovenia e Finlandia, entrambe con meno di 2 decessi nel primo anno di vita per 1.000 nati vivi; l’Italia segue a breve distanza con 2,8 decessi per 1.000 nati vivi.
Il V Rapporto B.E.S. – 2017 presenta numerosi indicatori che meritano un approfondimento.

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Sereno Scolaro

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