L’asincronia della pandemia da Covid in Europa

L’assoluta novità ed imprevedibilità della situazione pandemica da Covid, ai suoi esordi, ha richiesto mesi per raccogliere, sintetizzare ed analizzare i dati sulla mortalità complessiva nella popolazione, per comprendere appieno quanto la nuova situazione emergenziale epidemiologica avesse realmente inciso sull’aumento del numero dei decessi, rispetto alla media dell’anno precedente.
Si evidenziano di seguito i dati dell’eccesso di mortalità in Europa, nelle prime 26 settimane dell’anno, rispetto alla media 2016-2019, così come forniti da Eurostat.
Ad una prima analisi, i dati raccolti settimanalmente nelle principali nazioni europee hanno evidenziato un andamento della mortalità in eccesso, dalle spiccate caratteristiche tipiche “da pandemia”, mostrate dalla curva che si impenna, raggiunge il picco e ridiscende.
La differenza fra i vari Paesi si evince poi dall’altezza o dalla differenza temporale dei picchi stessi.
L’Italia, in marzo, fu il Paese che registrò più morti aggiuntivi, rispetto alla media, e più precocemente rispetto agli altri stati europei.
Il picco venne raggiunto fra il 23 ed il 20 marzo, con ben l’89% di decessi in più rispetto a quelli riportati in media tra il 2016 ed il 2019.
La Spagna, che pure ci aveva superato con un 133% di morti in più, nella stessa settimana, raggiunse poi il picco solo nei primi giorni di aprile.
Gran parte dei Paesi europei raggiunsero in aprile il rispettivo picco di mortalità, a partire dal Regno Unito, con un livello pari a 214 (su una media di 100), tra il 13 e il 19 aprile, seguito da Spagna, Francia e Belgio.
Caso particolare è stato poi la Svezia, che inizialmente non ritenne opportuno disporre alcun tipo di lockdown – soft o totale. Qui la mortalità fu, alla fine, maggiore rispetto ai paesi limitrofi, in proporzione alla popolazione complessiva.
Il picco di mortalità venne raggiunto nella settimana di Pasqua (+49% sulla media), con discesa della curva molto più lenta rispetto alle altre nazioni, tanto che, in giugno, la Svezia si trovava ancora ad essere il Paese europeo con il maggior eccesso di mortalità.
Questi dati generali non possono però compiutamente illustrare quello che si è rivelato un consistente tasso di variabilità nella mortalità, all’interno delle varie zone di ogni singolo Paese.
In Italia, per citare un esempio, nel Bergamasco la mortalità ha superato di 10 volte la media, mentre nel Lazio si sono registrati meno decessi degli anni precedenti.
Il dato evidente della pandemia Covid – in ambito europeo – risulta pertanto essere la sua intrinseca asincronia, con un decorso diverso nei tempi e nei luoghi, dal Sud al Nord dell’Europa, nonostante la loro relativa vicinanza ed in piena era di globalizzazione.

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