La mortalità in eccesso nei Comuni ferraresi nel 2020 e 2021

Segnaliamo, per l’interesse, l’articolo a firma di Andrea Gandini, apparso il 6 marzo 2022 su CDSCULTURA.COM sito web di CDS – Centro Ricerche Documentazione Studi , dal titolo “La mortalità in eccesso nei Comuni ferraresi nel 2020 e 2021”, che di seguito si riporta per intero.


Istat ha rilasciato i dati dei decessi per tutte le cause dei singoli Comuni nel 2020 e 2021, da cui si possono desumere indirettamente i morti determinati dalla Covid confrontandoli col periodo 2015-19 (anni normali).
I dati vanno presi con cautela perché i decessi in eccesso possono coinvolgere anche persone con altre patologie gravi che non sono state curate a causa dell’emergenza (rinvio di operazioni, di prevenzione e cure per tumori, etc.).
Da essi risulta che l’Italia ha avuto un eccesso di mortalità del 15,6% nel 2020 (100.526 morti) e del 9,8% nel 2021 (63mila). Nel Comune di Ferrara l’incidenza è stata circa metà nel 2020 (+7,8%) e minore anche nel 2021 (+7,2%); in provincia +7,9% nel 2020 e +9,8% nel 2021. Ferrara è stata una delle aree meno colpite nel 2020, ma non nel 2021, se si pensa che Bergamo (che ha avuto la maggior mortalità nel 2020 con +60%) ha avuto nel 2021 solo +2%. Anche Piacenza è stata una provincia tra le più colpite nel 2020 (+37%) anche se poi nel 2021 non ha avuto più nulla (+0,4%). Ciò si spiega col fatto che i decessi hanno colpito per il 72% anziani over 80, ma oltre il 90% se si includono le persone fragili con pregresse patologie a cui quasi sempre la Covid è stata “fatale”.

Dei deceduti positivi al Covid il 23,8% era ricoverato in terapia intensiva, il 58,5% in ospedale (ma non in terapia intensiva) ed il 17,7% non era ricoverato.
Il Covid è l’unica causa responsabile del decesso nel 23% dei casi, mentre nel 29% dei casi è presente una concausa e nel 48% si riscontra più di una causa. Ecco perché molti hanno parlato di “sindemia”, una infezione la cui pericolosità è legata soprattutto alle condizioni di salute.
L’Italia com’è noto è stata colpita per prima in Europa ed ha avuto un eccesso di mortalità sempre superiore alla media Europea fino a giugno 2021; dopo è sceso ben al di sotto della media Ue.
Ciò spiega (in parte) perché il Nord colpito duramente nel 2020 (+24,6%) ha poi avuto meno decessi del Centro-Sud nel 2021 (+8,2%).
Al contrario Centro e Sud che hanno avuto meno decessi del Nord nel 2020 (Centro +7,5 e +8,6%), hanno avuto incrementi nel 2021 (Centro +12,9, Sud +7,7%).
Come si può notare dalla figura allegata (e da chi vorrà consultare i dati delle province e dei Comuni in Istat si notano enormi differenze difficili da spiegare.

In un confronto internazionale l’Italia risulta (come noto) aver avuto una tra le maggiori mortalità in Europa (la maggiore tra i grandi paesi), superata nel 2021 solo dai paesi dell’Est Europa. Dal confronto coi paesi europei la provincia di Ferrara ha avuto nel 2020 (+7,9%) la metà della mortalità in eccesso dell’Italia (simile a quello della Svezia), ma esso è poi cresciuto nel 2021 a +9,8%, mentre quello svedese è crollato (+0,7%).

Il caso svedese è interessante in quanto è uno dei pochi in cui si è seguita una via diversa. La Svezia ha limitato le restrizioni nel 2020 agevolando un maggior contagio e una conseguente diffusa immunizzazione naturale che si è dimostrata utile nel 2021 con una ridottissima mortalità.
Gli altri paesi nordici che avevano fatto forti restrizioni (come l’Italia) nel 2020 avevano registrato una decisa minore mortalità della Svezia (per esempio Danimarca +2,4% a fronte di +8% della Svezia) ma hanno poi avuto maggiori decessi nel 2021 (+6,5% a fronte di +0,7% della Svezia).

Col tempo sarà possibile fare un’analisi più approfondita per età e sesso, tipo di organizzazione sanitaria, strategie basate sulle terapie domiciliari e/o ospedaliere, preparazione (piano pandemico), efficacia o meno delle restrizioni in base al contesto e anche delle misure internazionali necessarie per evitare rischi sia dagli oltre 100 laboratori che sperimentano armi batteriologiche, sia dalle deforestazioni che favoriscono la contaminazione tra animali selvatici e esseri umani. Imparare dall’esperienza e dagli errori in un’ottica comparata per evitare che minacce simili (peraltro già annunciate) possano ripetersi.

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