La rilevazione delle cause di morte viene effettuata correntemente attraverso l’utilizzo dei modelli Istat D.4, Istat D.5, Istat D.4 bis e Istat D.5 bis.
Su tali modelli il medico curante o il necroscopo sono tenuti ad indicare la sequenza morbosa che ha condotto al decesso e gli altri stati morbosi rilevanti. La brochure sulla certificazione (ed.2008) fornisce le istruzioni per i medici per una corretta compilazione dei modelli.
Nelle statistiche ufficiali si fa riferimento alla “causa iniziale” di tale sequenza, ossia alla malattia o evento traumatico che, attraverso eventuali complicazioni o stati morbosi intermedi, ha condotto al decesso. Per la selezione della causa iniziale vengono seguite le regole fissate dalla Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-10).
Le tavole di decisione di ACME (ed. 2005), sviluppate dall’NCHS (National Center for Health Statistics, USA), sono quelle correntemente utilizzate dall’Istat per la codifica automatica della causa iniziale di morte come pure durante la codifica manuale quale supporto decisionale per i codificatori nell’attribuzione della causa iniziale di morte.
La circolare ISTAT n. 24 del 23 ottobre 2007 e le istruzioni per i Comuni contengono le indicazioni da seguire per le rilevazioni demografiche, anagrafiche e sanitarie riferite al 31 dicembre 2007 per quanto riguarda i modelli Istat P.2 e Istat P.3, e all’anno 2008 per quanto concerne gli altri modelli indicati in oggetto.
Fonte: www.istat.it