ISTAT e ISS hanno diffuso un approfondito studio sulla mortalità in periodo COVID, fino a novembre

Il 30 dicembre 2020 ISTAT e ISS hanno diffuso il rapporto sull’andamento di mortalità connesso al COVID e i confronti con l’evoluzione della mortalità totale di periodo e confrontata con la media storica quinquennale. Di seguito se ne riportano i principali dati, con qualche valutazione scaturente dalla loro analisi.

L’insieme dei documenti diffusi dall’ISTAT e dall’ISS è il seguente:

  • Report Iss-Istat Impatto dell’epidemia covid-19 sulla mortalità totale della popolazione residente – Periodo Gennaio-Novembre 2020 reperibile cliccando QUI.
  • Tavola decessi per 7.903 comuni nel periodo 1 gennaio-31 ottobre per la media degli anni 2015-2019 e per l’anno 2020 per comune di residenza, con approfondimenti per sesso ed età sul periodo marzo-ottobre.
  • Dataset con i decessi giornalieri (formato .csv) in ogni singolo comune di residenza per sesso e classi di età quinquennali (per il periodo che va dal 1 gennaio 2015 al 31 ottobre 2020 per tutti i 7.903 Comuni)
  • Datasets con i decessi giornalieri (formato excel) in ogni singolo comune di residenza, uno per i comuni del Nord-est, uno per i comuni del Nord-ovest, uno per i comuni del Centro e uno per i comuni del Mezzogiorno (per sesso e classi di età quinquennali per il periodo che va dal 1 gennaio 2015 al 31 ottobre 2020 per tutti i 7.903 Comuni).

Vediamo i dati in dettaglio.
Nel periodo tra febbraio e novembre 2020 si sono registrati 57.647 decessi avvenuti in persone ufficialmente positive al Covid-19. Poiché in tale periodo si è avuto un aumento di mortalità riferita alla media del quinquennio precedente (2015-209) di 83.985 unità, considerato che si sono avute situazioni per cui rispetto agli anni precedenti si è avuto un calo di morti (ad es. per incidenti stradali) e un aumento (ad es. per decessi per malattie o interventi oncologici non curati per tempo di persone non affette da COVID), è ragionevole supporre che buona parte di tale eccesso di mortalità sia conseguenza diretta dell’epidemia e che la differenza (26.338) in gran parte sia spiegabile con mancata individuazione del COVID in tali defunti.
Dalla fine del mese di febbraio si è osservata una netta inversione di tendenza rispetto alla favorevole evoluzione della mortalità che aveva caratterizzato la stagione invernale 2019-2020. Nei mesi di marzo e aprile, infatti, contemporaneamente alla diffusione dell’epidemia di Covid-19 si è osservato un importante incremento dei decessi per il complesso delle cause rispetto al livello atteso sulla base della media del periodo 2015-2019.
Durante la prima ondata dell’epidemia si sono contati oltre 211 mila decessi (da marzo a maggio del 2020), 50 mila in più rispetto alla media dello stesso periodo del 2015-2019, di cui oltre 45 mila relativi a residenti nel Nord del Paese. L’incremento nelle regioni del Nord ha fatto registrare quasi un raddoppio dei decessi nel mese di marzo (+94,5% rispetto alla media dello stesso mese del periodo 2015-2019) e un incremento del +75,0% ad aprile.
Nel periodo giugno-settembre 2020, in corrispondenza con la fase di transizione della diffusione dell’epidemia di Covid-19, si è osservata una riduzione della mortalità totale che ha portato, in tutte le regioni/province autonome, il numero dei decessi per il complesso delle cause registrati nel 2020 in linea con i valori di riferimento del periodo 2015-2019.
Viceversa, a partire dalla metà di ottobre 2020 diventano via via più evidenti gli effetti della Seconda ondata dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità totale. In termini assoluti si stima per i mesi di ottobre e novembre 2020 un aumento di decessi per il complesso delle cause di oltre 31 mila e settecento unità.
La seconda ondata si caratterizza a ottobre per un eccesso di decessi totali del 13% sia al Nord che
al Centro-sud riscontrato, mentre nel mese di novembre si distingue nuovamente l’eccesso di mortalità del Nord (+61,4%), rispetto al Centro (+39,3) e al Sud (+34,7%).
In molte regioni del Nord l’eccesso di mortalità totale del mese di novembre supera quello del picco di marzo-aprile: in Valle d’Aosta (+139,0% rispetto al +71,0% di aprile), in Piemonte (+98,0% a novembre rispetto al +77,0% di aprile), Veneto (+42,8% rispetto al +30,8% di aprile), e Friuli-Venezia Giulia (+46,9% vs +21,1%).
L’incremento dei decessi registrato a novembre è più basso di quello osservato in corrispondenza della prima ondata dell’epidemia solo in Lombardia (+66% a novembre rispetto al +192% di marzo e il +118% di aprile) e in Emilia-Romagna (+34,5% rispetto al +69% di marzo).

Written by:

Daniele Fogli

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