Nella nota metodologica diffusa recentemente dall’Istat sono emersi, fra gli altri, i dati provvisori sui decessi avvenuti in Italia nei mesi di gennaio-giugno 2020 e sulle cause di morte, basate sull’analisi delle dichiarazioni compilate dai medici per tutti i decessi avvenuti in Italia.
I disturbi psichici e comportamentali sono le cause con l’aumento più consistente (+16,4%), in particolare aumenta la demenza, passata da una media di 10.966 decessi nei mesi di gennaio-giugno 2015-2019 a 12.735 nello stesso periodo del 2020 (+16,1).
Le malattie del sistema respiratorio sono aumentate complessivamente del 16.1%, con forte aumento delle polmoniti (+28,7%) e delle polmoniti interstiziali, in larga parte riconducibili al Covid, che nel 2020 hanno fatto registrare 2.876 decessi a fronte di un numero medio di circa 150 casi.
Segue un aumento importante delle malattie del sistema nervoso e organi di senso (+12,7), rappresentate in gran parte dalla malattia di Alzheimer (+12.0%), e dalle malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche (+11,7%), trainate soprattutto dall’aumento del diabete mellito (+12,5).
L’aumento dei decessi per sintomi, segni, risultati anomali e cause mal definite (+73,6%) è da attribuirsi in larga parte alla variazione della codifica dell’arresto cardiaco che, a partire dal 2020 non è più una causa di morte valida: i decessi per arresto cardiaco vengono, quindi, classificati nel gruppo dei sintomi e segni.
Tra le altre cause numericamente più rilevanti, si nota un lieve decremento delle malattie del sistema circolatorio (-4,0%), in parte spiegato dalla diminuzione dei casi di arresto cardiaco dovuto alle nuove regole di codifica, con l’eccezione delle altre malattie del sistema circolatorio in cospicua parte costituite dalle cardiopatie ipertensive.
Diminuiscono lievemente anche i tumori (-1.9%) e le cause esterne di traumatismo e avvelenamento per la diminuzione importante degli accidenti di trasporto.