Un nuovo studio sugli esiti delle reinfezioni da Covid-19, condotto da un team di ricercatori della Washington University School of Medicine in St. Louis, sostiene che le reinfezioni ripetute da Sars-CoV-2 potrebbero aumentare il rischio di danni d’organo a vari livelli, triplicando la probabilità di ricovero ospedaliero e raddoppiando così il rischio di morte.
I risultati della ricerca, pubblicati sulle pagine della rivista specializzata Nature Medicine, dimostrano che contrarre il virus una seconda, terza o quarta volta contribuisce ad aumentare i rischi per la salute nella fase acuta, ovvero i primi 30 giorni dopo l’infezione e, nei mesi successivi, nel Long Covid.
Ad ogni infezione sembrano infatti aumentare quei disturbi che interessano i polmoni, il cuore, il cervello e i sistemi sanguigno, muscoloscheletrico e gastrointestinale e, conseguentemente, il rischio di decesso.
Nello studio il team ha analizzato le cartelle cliniche di 5,3 milioni di soggetti non risultati positivi al coronavirus Sars-CoV-2 dal primo marzo 2020 al 6 aprile 2022, quelle di oltre 443mila persone risultate positive e un gruppo di 41mila soggetti con due o più infezioni documentate alle spalle.
Confrontando i dati, i ricercatori hanno dedotto che le persone con reinfezioni avevano il doppio delle probabilità di morire e il triplo del rischio di essere ricoverate in ospedale rispetto a quelle senza reinfezione.
Inoltre, è stato osservato un rischio 3,5 volte maggiore di sviluppare problemi polmonari, 3 volte maggiore di soffrire di problemi cardiaci e 1,6 volte maggiore di soffrire di problemi cerebrali rispetto a chi ha contratto l’infezione una sola volta.