Il pm Emilia Galante Sorrentino ha firmato quattro avvisi di garanzia per la morte del 69enne, stroncato da un malore nel centro di diagnostica nucleare Sdn di via Gianturco a Napoli, poco dopo essere stato sottoposto all’iniezione del mezzo di contrasto necessario all’esame Tac. Sul fatto è aperta un’inchiesta con l’ipotesi di omicidio colposo. Il caso potrebbe essere rubricato come malasanità, ma dalla stampa si apprende che di una polemica sul servizio cimiteri del Comune di Napoli. Secondo quanto reso noto dal consigliere regionale del Pdl Pietro Diodato la salma sarebbe stata trasportata all’obitorio di via Pansini a Napoli con un “pulmino navetta utilizzato normalmente per il trasporto delle persone (vive) che visitano i defunti all’interno dei cimiteri”. Circostanza che sarebbe stata motivata, afferma ancora Diodato, “con la mancanza di benzina e polizze assicurative scadute per i carri funebri comunali. Ma è una giustificazione che non può essere accettata perché nasconde realtà ben più drammatiche, come l’inesistenza di un parco macchine e una pianta organica rabberciata”. Il Comune di Napoli, di fronte al dilemma di omissione di servizio pubblico (trasporto di cadavere all’obitorio) e uso di mezzo non rispondente alla normativa pe ri carri funebri avrebbe scelto il male minore. Staremo a vedere se è proprio così. Di certo ormai la situazione di taluni servizi comunali è talmente compromessa per carenza di fondi, che episodi del genere o l’interruzione di pubblico servizio potrebbero espandersi in altri Comuni in tempi non lunghi.