Nel pomeriggio del 23 aprile 2012 a Bergamo una donna è stata colta da una crisi respiratoria mentre si trovava in casa da sola. Prima di perdere i sensi è riuscita a chiamare il suo medico curante e il 118. Il dottore, giunto tempestivamente, ha provato a rianimarla per una mezz’ora, poi ne ha decretato la morte. E alla presenza del personale del 118 intervenuto anch’esso. Poi se ne sono andati. E’ stato un agente della volante, in attesa dell’agenzia di pompe funebri, a vedere che la donna dava qualche segno di vita. A quel punto ha chiamato di nuovo il 118 e i sanitari del 118 sono tornati e hanno portato la donna agli Ospedali Riuniti di Bergamo, dov’è tuttora ricoverata in rianimazione. La cosa che farà discutere non è tanto il possibile errore di un medico nella constatazione di morte, anzi corroborato dal 118, ma che la morte fosse stata decretata dopo aver fatto anche un elettrocardiogramma. Oddio non è un encefalogramma piatto per almeno 20 minuti, ma è un bell’ausilio! La Commissione errori sanitari del ministero ha aperto un’indagine, e chiesto una relazione all’assessore alla Sanità della Lombardia.
Si tornerà così alle discussioni sul rischio di morte apparente in Paesi sviluppati, prima ritenuti praticamente inesistenti e ora … Di certo la nostra signora non si era fidata di chiamare solo il proprio medico curante e aveva chiamato pure il 118. Preveggenza?