Quesito pubblicato su ISF2021/Spec-t

In molti casi veniamo a conoscenza della tipologia del manufatto solo all’apertura per un eventuale funerale, nasce il problema che i familiari vorrebbero tumularlo in ogni caso avvalendosi del contratto di concessione e minacciando i servizi cimiteriali di opporsi alla tumulazione. Come possiamo tutelarci. È compito del Sindaco emanare eventualmente una delibera?
Risposta
In molte situazioni di sepolcri di lontana costruzione può essere presente la fattispecie considerata dall’art. 106 D.P.R. 285/1990, che potrebbe essere affrontata con le previste modalità, ricordando che, a seguito del D.P.C.M. 26/05/2000, vi è stato il conferimento di funzioni alle Regioni (si trascurano come le Regioni abbiano di seguito, rimodulato l’esercizio di queste).
Indipendentemente da ciò, molte situazioni possono risultare tali da non rendere possibile l’uso dei manufatti, in quanto risultano realizzati in modo da esporre gli operatori a situazioni di pericolosità oggettivamente non sempre superabili (si tratta di aspetti afferenti alle imprescindibili norme di sicurezza nei luoghi di lavoro, rinviando al D.Lgs. 81/2008).
In tali ipotesi, e quando non possano reperirsi soluzioni tecniche ammissibili, è possibile opporre rifiuto, scritto e motivato (rientrante tra le funzioni di cui all’art. 107, comma 3 D.Lgs. 267/2000), con cui si esplicitano le ragioni e le cause che portano al rigetto dell’istanza di tumulazione, consentendo ai soggetti interessati di esperire i rimedi che l’ordinamento giuridico prevede.

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