I segreti del museo “Paolo Gorini” a Lodi

Nella città di Lodi, presso un ala dell’Ospedale Maggiore, ancora poca gente, appassionata del sanissimo gusto per il macabro, sa di poter visitare uno stupefacente museo dove sono esposte, in perfetto stato di preservazione dalla putredine, le spoglie mortali di diversi soggetti, di estrazione popolare vissuti nell’Ottocento.

Questi superbi esempi di mummificazione sono il risultato dell’assiduo ed oscuro lavoro intrapreso dal Dott. Paolo Gorini, un eclettico scienziato vissuto nel XIX secolo.

Le tecniche da lui messe a punto, nei lunghi anni di studio, sono in gran parte ancora sconosciute.

Conduceva i suoi esperimenti immerso in un ambiente dalla costante penombra, circondato da crogioli ed alambicchi che ne compromettevano l’incolumità e la stessa salute, quando esplodevano con fragorosi boati, liberando fumi acri e pungenti assieme a sostanze tossiche di dubbia composizione.

Occorre una doverosa precisazione: Gorini non si dedicò tanto allo studio di veri e propri processi di imbalsamazione ( operazione tendente a conservare i corpi dopo la morte con procedimenti fisici, chimici e biologici mirati a sottrarre forti quantitativi di umori acquei dal cadavere per inibire i processi di decomposizione, mantenendo il più possibile intatta la fisionomia) quanto alla sperimentazione ed alla ricerca di un metodo di pietrificazione (sostituzione dei liquidi corporei con sali destinati a solidificarsi col tempo), giudicato migliore e più stabile per raggiungere gli scopi che si era preposto.

I corpi venivano immersi, per un periodo variabile di diversi giorni, in una particolare soluzione liquida contente i sali per la pietrificazione, affinchè i loro granuli fossero assorbiti dai tessuti, in modo da sostituirsi lentamente ai fluidi organici.

La loro conservazione durava parecchi mesi.

I cadaveri, così, si dimostravano flessibili e sezionabili per molto tempo, siccome non accusavano più i sintomi tipici di rigor mortis.

 

Per arrivare alla pietrificazione vera e propria il cadavere doveva essere essicato, dopo aver causato una drastica riduzione del volume corporeo. La disidratazione non era ottenuta con metodiche invasive, come, invece, accade per l’asportazione del sangue attraverso l’incisione dei vasi (sistema consigliato dalle più moderne scuole di tanatoprassi)

Come hanno notato alcuni Medici Legali, ), soprattutto in Umbria, dove la tradizione popolare subito vede subito un miracolo, nel corpo ancora intonso di Santa Chiara, esistono cadaveri di Santi che hanno conservato lineamenti quasi perfetti.

Una spiegazione plausibile è il processo di naturale cerificazione, o adipocera. In sostanza lo strato di grasso sottocutaneo si trasforma in una sorta di “sapone” insolubile e il cadavere si conserva con il colorito naturale della pelle.

 

Questi inquietanti fenomeni, specie in passato, erano vissuti come ineluttabili manifestazioni delle potenze sovrannaturali.

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Carlo Ballotta

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One thought on “I segreti del museo “Paolo Gorini” a Lodi

  1. Il museo “Paolo Gorini” non si trova in un’ala dell’Ospedale Maggiore ma bensì nell’ospedale vecchio di Lodi con ingresso da via A. Bassi

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