Via libera alla riforma dei servizi pubblici locali. Dopo anni di attese, rinvii e ripensamenti, arriva in piena notte ( del 13 luglio) l’ok delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. A passare l’esame parlamentare e’ una versione corretta del testo inserito nel decreto legge sulla manovra dal governo. E tra le modifiche spunta un ampliamento sul fronte delle deroghe concesse per gli affidamenti. Capitolo, quest’ultimo, che finisce nel mirino degli attacchi del Partito democratico. L’ex ministro Linda Lanzillotta (che nella scorsa legislatura ha cercato invano di condurre in porto una riforma del settore) accusa: ”Cosi’ – dice mentre annuncia il voto contrario dei Democratici – il lavoro e’ vanificato”. Duro anche il commento dell’Udc Bruno Tabacci: ”Si va nella direzione opposta a quella annunciata. Si torna all’antico”. Critiche nel merito che si aggiungono a quelle di metodo. Tempi troppo stretti per l’esame, lamenta con una voce sola l’opposizione. Il governo comunque non e’ rimasto ‘sordo’ ai richiami: il Sottosegretario all’Economia Giuseppe Vegas ha spiegato infatti di ”capire le obiezioni ma anche di essere convinto che l’ultima versione del testo e’ in grado di superarle grazie a un prezioso lavoro di cesellatura”. Poi certo, forse la ”normativa non e’ completamente esaustiva e qualche precisazione potra’ essere trattata nel disegno di legge (il ‘gemello’ del decreto collegato alla manovra, ndr)”. L’emendamento si è sbloccato sul testo proposto dalla Lega, che poi ha ottenuto le firme del Pdl, che amplia, tra l’altro, le deroghe previste per l’affidamento dei serviz pubblici locali. Il testo dell’emendamento prevede che ”in deroga alle modalita’ di affidamento ordinario” l’affidamento puo’ avvenire a favore di ”societa’ a capitale interamente pubblico, partecipate dall’ente locale, che abbia i requisiti richiesti dall’ordinamento comunitario per la gestione in house” e in favore di ”societa’ a partecipazione mista pubblica e privata anche quotate in borsa, partecipate dall’ente locale a condizione che il socio privato sia scelto mediante procedure ad evidenza pubblica, nelle quali siano gia’ stabilite le condizioni le modalita’ e la durata della gestione del servizio e le modalita’ di liquidazione del socio al momento della scadenza dell’affidamento del servizio”. Quest’ultima parte e’ stata inserita nel corso dei lavori parlamentari, mentre la prima e’ identica al testo del governo. Tra le altre novita’, si prevede poi che i soggetti ”affidatari diretti di servizi pubblici locali possono comunque concorrere alla prima gara svolta per l’affidamento mediante procedura competitiva a evidenza pubblica dello specifico servizio gia’ loro affidato”. Il nuovo testo dedica anche attenzione particolare al tema dell’acqua: ”Le concessioni relative al servizio idrico integrato – si legge – rilasciate con procedure diverse dall’evidenza pubblica cessano comunque entro e non oltre la data del 31 dicembre 2010 senza necessita’ di apposita deliberazione dell’ ente affidante”