“Il Governo si impegni gia’ nel documento che presentera’ mercoledi’ per la liberalizzazione dei servizi pubblici locali.” E’ la richiesta avanzata dalla Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. “Chiederemo che gia’ mercoledi’ nel documento presentato dal Governo ci sia una chiara scelta per liberalizzare tutto quello che rimane da liberalizzare – ha detto Marcegaglia – soprattutto nei servizi pubblici locali che per noi sono un elemento di inefficienza. Chiederemo che tutto cio’ che viene gestito dai Comuni ‘in house’, in casa, dall’acqua ai rifiuti, agli sfalci, venga assegnato attraverso delle aste”. A fargli eco è il direttore generale di Confindustria Maurizio Beretta: “Mettere tutti i servizi pubblici a gara e’ una premessa molto importante. Se si fanno passi ulteriori bene, altrimenti e’ comunque un buon punto di partenza”. Sempre Beretta mette in evidenza quelle che considera le linee guida di una buona liberalizzazione dei servizi pubblici locali sulla quale ormai da giorni si intensificano le ipotesi di un apposito capitolo nel pacchetto che andra’ in Consiglio dei ministri mercoledi’ prossimo. Ma per l’associazione di viale dell’Astronomia non e’ solo questa la priorita’. E lo ribadisce Beretta sottolineando che “e’ giunto il momento per ottenere quello che abbiamo sollecitato: un forte taglio alla spesa pubblica improduttiva e un processo di liberalizzazioni e di privatizzazioni perche’ questo e’ il modo per tenere a bada i costi e i prezzi dei servizi a vantaggio di cittadini e imprese”. Tornando ancora sui servizi pubblici locali, il dg di Confindustria rimarca che “tutto quello che va nella direzione di una maggiore concorrenza aiuta l’efficienza e la riduzione dei costi dei servizi e dei prezzi per i cittadini”. “Siamo favorevoli alla riforma dei servizi pubblici locali. Ma siamo contro i colpi di mano, lo eravamo con il precedente governo e lo siamo con quello attuale: su questo tema è necessario un confronto effettivo fra i Comuni italiani e il governo”. Sono le parole del presidente dell’Anci Leonardo Domenici, che prende posizione rispetto all’ipotesi che la riforma dei servizi pubblici locali possa essere inserita in un disegno di legge “o addirittura in un decreto legge”, sottolinea Domenici. “Non vogliamo una norma improvvisata – aggiunge il presidente dell’Anci – ma un testo organico su cui sia possibile dare il nostro contributo, che parte da una posizione favorevole alla riforma, alle liberalizzazioni e anche ai processi di liberalizzazione in alcuni settori: ma ne vogliamo discutere”. Raffaele Morese, Presidente di Confservizi, rimanda la risposta delle “municipalizzate” all’assemblea convocata a Roma il 18 giugno 2008. E intanto da ambienti governativi si apprende che: La manovra conterra’ anche la liberalizzazione dei servizi pubblici locali. In realta’, si parla di riordino, che sara’ finalizzato a favorire la piu’ ampia diffusione dei principi di concorrenza e di libera prestazione. La liberalizzazione dei servizi pubblici locali allo studio del Governo prevede l’affidamento della loro gestione a societa’ di capitali individuate mediante gare pubbliche o a societa’ a partecipazione mista pubblica e privata, nella quale il socio privato detenga una quota non inferiore al 30% a condizione che quest’ultimo sia selezionato attraverso procedure pubbliche. La gestione del servizio puo’ essere assegnata a societa’ a capitale interamente pubblico, partecipate dall’ente locale, solo nelle situazioni che non consentono un efficace ed utile ricorso al mercato, previo il parere dell’Antitrust. Se la gestione del servizio non viene affidata mediante procedura competitiva, il titolare non puo’ acquisire la gestione di servizi ulteriori ovvero in ambiti territoriali diversi, ne’ svolgere servizi o attivita’ per altri enti pubblici o privati. Questo divieto si applica anche ai soggetti a cui e’ affidata la gestione delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni patrimoniali degli anti locali, qualora separata dall’attivita’ di erogazione dei servizi. Gli affidamenti diretti di servizi pubblici locali cesseranno alla scadenza contrattuale o di legge e comunque non oltre il 31 dicembre del 2010. Come si potrà notare molti dei punti della ipotesi governativa erano già contenuti nel DDL Lanzillotta.