‘’I quotidiani di venerdì e sabato della scorsa settimana hanno riportato con rilievo la notizia della manifestazione che si e’ svolta giovedi scorso a Roma, attorno ad una riunione straordinaria del Consiglio Nazionale dell’ANCI, in Piazza di Monte Citorio’’. Lo afferma il Presidente della Associazione dei Comuni Italiani (ANCI) Sergio Chiamparino, il quale segnala che ‘’quasi tutte le testate hanno riferito della situazione di difficolta’ che stanno vivendo le amministrazioni comunali con le sempre piu’ ridotte risorse finanziarie disponibili e con una autonomia, decisionale e di spesa, che non e’ mai stata cosi’ mortificata. Qualcuno, sempre sulle pagine dei quotidiani, ha segnalato pero’ anche che la protesta dei Sindaci rappresenta ormai un fatto rituale durante la discussione della Finanziaria’’.
‘E’ vero – commenta – ma purtroppo, e dispiace che qualcuno legga questi eventi come una noiosa ripetizione, i Comuni italiani sono nuovamente costretti a far sentire la loro voce. Ne farebbero volentieri a meno. Ma se si leggono con attenzione le norme contenute nelle ultime leggi finanziarie risulta a chiunque evidente che in tutte c’e’ una costante: tagliare risorse ed autonomia ai Comuni. E questo, nonostante essi rappresentino l’unico comparto della pubblica amministrazione che ha saputo ottenere performances positive (negli ultimi cinque anni hanno migliorato il loro saldo di ben 2 miliardi di euro)’’.
‘’Qualcuno – rileva ancora Chiamparino – ha segnalato anche che nelle casse dei Comuni ci sarebbero fondi per pagare le imprese che lavorano per loro e che vivono momenti difficili. Anche questo e’ vero. Ma forse ci si dimentica che la capacita’ di spesa di un Comune e’ determinata dal rapporto fra le entrate e le uscite. E che quindi, se diminuiscono le entrate, la possibilita’ di spesa diminuisce (anche se i soldi sono in cassa). Semplicemente, quelle norme contro le quali (forse noiosamente) ANCI si batte da anni, impediscono ai Comuni proprio di far fronte agli impegni assunti con le imprese. Il tuttora mancato totale rimborso dell’ici sulla prima casa ed i tagli ai trasferimenti anche se solo banalmente incrociati con i costi del rinnovo del contratto dei dipendenti degli enti locali (firmato a roma, ma a carico dei comuni) gia’ rendono impossibile un saldo positivo che consenta di effettuare pagamenti per opere pubbliche realizzate, facendo lievitare fino alla cifra di 46 miliardi di euro i residui passivi giacenti in tesoreria unica’’.
‘’Sempre qualcuno – prosegue – con un leggero sorriso ha segnalato che se i Comuni rompono i rapporti con il Governo si mettono nella situazione di chi non ha piu’ una sede per far sentire la propria voce. Una sorta di harakiri istituzionale, dunque. L’ANCI, preme sottolinearlo, ha sempre discusso con serieta’, in ogni occasione utile e con tutti i livelli istituzionali, con l’obiettivo di favorire la definizione di norme utili e, soprattutto, applicabili. Da ultimo, solo per rinfrescare la memoria a chi fosse stato distratto da altre questioni, in occasione della predisposizione del cosiddetto ‘ Codice delle autonomie’, ovvero del pacchetto di norme che avrebbero dovuto ridisegnare – da un punto di vista ordinamentale – i diversi livelli di governo dei territori. In quella occasione abbiamo concordato con il Governo che il mondo delle autonomie avrebbe portato il suo contributo. Contributo che il Ministro Calderoli, nelle sedi istituzionali, aveva assicurato sarebbe stato integralmente recepito, se presentato in forma unitaria. Comuni, Regioni e Province si sono confrontate sulla questione e, pur faticando, hanno trovato una posizione unitaria, riassunta – come concordato con il Governo – in una serie di emendamenti alla norma’’. Il risultato, secondo il Presidente ANCI, e’ stato che ‘’solo alcuni piccoli correttivi sono invece stati inseriti nel ‘codice’ mentre altri, in modo parziale, arbitrario e incongruo, sono finiti addirittura all’interno della legge Finanziaria che, a modesto avviso dell’Associazione, di tutto dovrebbe trattare tranne che di questioni che attengono all’ordinamento delle istituzioni’’.