L’Associazione dei Comuni italiani (Anci) ha espresso, in sede di Conferenza Unificata, parere negativo sulla Manovra Finanziaria. Ribadendo l’insostenibilita’ finanziaria dei 1.340 milioni di euro a carico dei Comuni, il Presidente dell’Anci, Leonardo Domenici ha denunciato anche la ”’grave situazione di confusione e incertezza in cui si e’ costretti ad esprimere il parere, in quanto il maxiemendamento presentato dal Governo e’ gia’ al vaglio di ammissibilta’ delle Commissioni e non se ne conosce ancora il contenuto”. Domenici ha poi illustrato le criticita’ che permangono sul testo del DL 112 approvato dalle Commissioni nella notte del 15 luglio nonostante l’incontro politico avvenuto il giorno precedente all’approvazione. La maggiore preoccupazione riguarda il lato delle entrate. ”’Nessuna nostra proposta e’ stata discussa e approvata- ha affermato Domenici – nulla dunque sulla possibilita’ per i Comuni di aumentare l’ICI su castelli, ville, etc.; ne’ le misure per concorrere all’evasione fiscale; ne’ l’utilizzo dei proventi derivanti dalle dismissioni immobiliari per la copertura delle spese rilevanti ai fini del rispetto del patto di stabilita’ interno. Sul versante ICI permane la forte preoccupazione circa il totale rimborso ai Comuni del minor gettito. Relativamente al personale l’unica apertura e’ stata fatta per i Comuni con un numero di dipendenti a tempo pieno non superiore a 10 unita’. C’e’ poi il taglio del 30% alle indennita’ e ai gettoni di presenza degli amministratori locali dei Comuni che non hanno rispettato il patto. Su questo punto – evidenzia Domenici – l’Anci aveva chiesto lo stralcio della norma e sui costi della politica in generale, con senso di responsabilita’ istituzionale, l’Associazione ha chiesto ai Presidenti di Camera e Senato di costituire una Commissione di studio ad hoc”. Per quanto riguarda la norma che contiene la riforma dei Servizi pubblici locali Domenici ha riproposto innanzitutto la questione sul metodo. ”’Non puo’ approvarsi una riforma su un tema di cosi’ forte impatto socio-economico senza un confronto preventivo con il sistema delle Autonomie locali, a prescindere sul merito su cui comunque, per come e’ formulata la norma, rimangono forti dubbi sulla sua portata attuativa. Se ne ribadisce dunque l’opportunita’ di uno stralcio”. ”’Per tutte queste ragioni – ha concluso Domenici – il parere dell’Anci non puo’ che essere negativo”