Riportiamo un articolo appena apparso su QUINDICI, il notiziario online di Federutility.
Entrato a sorpresa e presto ritirato l’emendamento del Governo al testo della Finanziaria che prevedeva l’introduzione della riforma del servizi pubblici locali, il cosiddetto ddl Lanzillotta. Una manovra che aveva destato resistenze e opposizioni crescenti, anche per la modalità – giudicata inopportuna – di procedere alle liberalizzazioni a colpi di voto di fiducia. A opporsi all’inserimento dell’emendamento Lanzillotta è stato – tra gli altri – anche il presidente del Senato Franco Marini, che ha preteso continuasse il lavoro avviato da Palazzo Madama sul disegno di legge. Sarà infatti la commissione Affari costituzionali ad affrontare per prima il nuovo testo, che non contiene più la delega al Governo per l’emanazione della riforma, ma interviene direttamente sulla disciplina, ristabilendo il principio dell’affidamento in concessione con gara dei servizi pubblici locali.
“Il governo e il presidente del Consiglio avrebbero volentieri inserito l’emendamento per le riforme dei servizi pubblici locali, nel maxi-emendamento alla Finanziaria, avendo questo il consenso e supporto di tutta la maggioranza ed essendo un intervento urgente per fermare l’aumento delle tariffe e delle imposte locali.” Lo ha dichiarato il ministro Linzallotta, che ha poi proseguito: “Tuttavia, il presidente del Senato ci ha fatto presente che tale decisione avrebbe costituito una lesione delle prerogative del Senato, presso cui pende l’esame del Disegno di Legge che sullo stesso argomento il governo ha presentato un anno e mezzo fa. Ne abbiamo doverosamente preso atto – ha proseguito Lanzillotta – valutiamo ora come accelerare l’iter del disegno di legge all’esame del Senato e ci auguriamo che il presidente Marini adesso garantirà una corsia preferenziale”.
Nei giorni scorsi le posizioni contrarie alla volontà del Governo e del Ministro si erano manifestate soprattutto da parte dei Comuni. Per il sindaco di Firenze e presidente dell’Anci Leonardo Domenici era a rischio “il Patto istituzionale firmato con il Governo”. Domenici avrebbe garantito l’appoggio alle liberalizzazioni ”ma no alle privatizzazioni che avvantaggiano altri, cioe’ i privati, a vantaggio del patrimonio pubblico: non passiamo da monopoli pubblici a monopoli privati”.
Federutility infine, che per prima nei giorni scorsi aveva lanciato l’allarme parlando di “golpe”, con il suo presidente Mauro D’Ascenzi prende nuovamente le distanze dal testo del Governo: “Non è vero che quella del ddl Lanzillotta è una liberalizzazione. E’ l’esatto contrario. Dire che alle gare non possono partecipare le aziende che al 2008 risulteranno avere affidamenti diretti – spiega D’Ascenzi – significa di fatto escludere tutte le ex-municipalizzate in un colpo solo. Significa che ogni azienda tornerà ad operare soltanto nel proprio Comune di appartenenza, cancellando così gli ultimi dieci anni di sviluppo industriale, di entrate per gli enti locali e crescita dimensionale del comparto, già molto inferiore a tutti gli altri soggetti europei”.