Prime reazione di Federutility sulla manovra bis ferragostana: Il tentativo del Ministro degli Affari regionali, Raffaele Fitto, e’ certamente “da apprezzare” ma resta il fatto che in Italia, per varare delle liberalizzazioni effettive, “continuano a mancare delle politiche di settore”. E ‘ Adolfo Spaziani, direttore generale di Federutility, a commentare cosi’ le norme della manovra sui servizi pubblici locali. “Il ministro Fitto ha fatto un lavoro davvero interessante nel cercare di trovare strumenti per promuovere la liberalizzazione dei mercati, ma resta sempre difficile affrontare il tema dei servizi pubblici locali nella loro globalita’; serve invece affrontarli settore per settore“, spiega.”Nel mercato elettrico, infatti, la riforma Bersani ha funzionato e questo vale anche per il gas. E’ da tempo che chiediamo interventi di settore”. Accanto alle leggi ad hoc, dovrebbe trovare posto anche “una politica di promozione dei soggetti industriali forti che potrebbero crescere, siano essi pubblici che privati. Continuare a
pensare che tutto cio’ che e’ pubblico sia un disastro o, al contrario, che il privato e’ il demonio, e’ sbagliato. Servirebbe promuovere le imprese che fanno bene il loro mestiere, promuovendo i soggetti forti“, aggiunge.
E’ a questo che andrebbero dunque finalizzate, per Federutility, “politiche di incentivazione mirate all’efficienza e interventi sanzionatori per le inefficienze”. E anche Confservizi fa sentire la sua voce: Anche per i servizi pubblici locali – che possono avere una forte funzione anticiclica – bisogna uscire dalla logica dell’emergenza per puntare alla programmazione, sia di grandi opere infrastrutturali, sia di interventi territoriali, a livello locale, che aiutino la nostra economia nell’impegnativo cammino verso la ripresa. Questo il tenore del documento a firma Confservizi consegnato alla Presidenza del Consiglio, con il quale si traccia il fabbisogno di investimenti per i servizi pubblici locali. “Il nostro obiettivo – chiarisce la nota – è quello di contribuire a fornire risposte adeguate ai bisogni reali dei cittadini, in base alle specificità territoriali. I nodi di congestione – per la mobilità, per i rifiuti, per l’acqua o nell’utilizzo dell’energia – corrispondono sempre alle grandi aree metropolitane e territori circostanti. Agire su più progetti locali, in più zone, contemporaneamente, significa sbloccare questi punti di congestione”.
Il documento, firmato dal presidente Giancarlo Cremonesi, sottolinea la necessità “anche alla luce dei risultati dell’ultimo referendum, di definire al più presto il quadro normativo che regola i servizi pubblici locali e le relative autorità di controllo e regolazione. Con regole stabili, il sistema bancario potrà recuperare la fiducia per finanziare gli oltre 115 miliardi calcolati per gli investimenti sul territorio che riguarderanno i settori idrico, energetico, della mobilità e della gestione dei rifiuti”.