Confindustria non contenta del maxiemendamento corretto, per quanto riguarda i servizi pubblici locali

Le norme sui servizi pubblici locali introdotte dalla manovra in materia di affidamenti in-house non soddisfano Confidustria Servizi. Per il vicepresidente di Confindustria servizi innovativi e tecnologici, Ennio Lucarelli, le norme “pur rappresentando un segnale importante della volonta’ del governo di liberalizzare i servizi sono un peggioramento. Nel corso dell’iter di definizione il testo ha acquisito elementi di ambiguita’ e vaghezza che ne attenuano in modo significativo l’incisivita”. “Se e’ importante che nella legislazione italiana venga finalmente introdotto il principio della gara come via ordinaria delle p.a. regionali e locali per l’affidamento di servizi – ha continuato Lucarelli – il testo non e’ assolutamente sufficiente ad affrontare il fenomeno dell’in house nel nostro Paese, che vede protagonisti soprattutto Regioni, Province e Comuni, non solo nei servizi pubblici locali ma anche nei servizi di mercato, dall’informatica alle telecomunicazioni, dalla consulenza al marketing, alla comunicazione, all’ingegneria”. Secondo il vicepresidente di Confindustria Servizi l’emanazione dei successivi regolamenti, a cui la norma demanda la definizione di tutta una serie di importanti sara’ ancora piu’ impegnativa: “Fra questi vi e’ l’obbligo per le societa’ in house di adottare procedure ad evidenza pubblica per l’acquisto di beni e servizi e per l’assunzione di personale, principio assolutamente necessario per dare trasparenza alla gestione e ai bilanci di queste societa”.

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