L’orientamento politico dei governatori statunitensi influisce sul numero dei decessi sia direttamente, a causa delle politiche più o meno restrittive di controllo dei contagi, sia indirettamente, attraverso l’adesione alla campagna vaccinale.
In effetti il rifiuto del vaccino è una delle ragioni principali per cui le infezioni Covid-19 continuano ad aumentare negli Stati Uniti.
A metà settembre solo il 64% degli americani idonei (sopra i 12 anni di età) risultava completamente vaccinato (il 55% della popolazione totale).
In tante zone buona parte degli adulti non si è vaccinata e in queste aree sono aumentate sia le infezioni che i ricoveri tra i bambini che, non potendo essere vaccinati, non hanno neppure goduto, di riflesso, della protezione indiretta degli adulti immuni.
L’emergenza sanitaria si è sempre dimostrata, sin dall’inizio, come un fatto politico. Ad esempio, i sei Stati che fra marzo e aprile del 2020 non avevano previsto alcun lockdown erano tutti governati dai repubblicani.
In Florida, dove la variante Delta sta tuttora dilagando, il governatore repubblicano Ron DeSantis ha scelto di sostenere aperture ad oltranza per non danneggiare l’economia, opponendosi alle norme anti Covid e vietando l’uso delle mascherine nelle scuole, fino al paradosso di minacciare di licenziamento chi sceglieva di proteggersi.
Ora la Florida – che ha una popolazione molto anziana – si ritrova con ospedali al collasso ed una incidenza settimanale della mortalità per 100 mila abitanti pari circa a un quadruplo a quella attesa in base al livello di vaccinazione.
Viceversa, gli Stati governati dai democratici hanno mostrato tassi di vaccinazione più elevati e una incidenza di decessi per 100 mila abitanti decisamente inferiore rispetto agli Stati guidati da repubblicani.