Ogni persona contagiata dal coronavirus, identificato dalla sigla 2019-nCov, può infettarne in media altre 2,6, con un tasso che varia da 1,5 a 3,5: le stime sono dei ricercatori dell’Imperial College di Londra, che collaborano con l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Ciò rende il suo tasso di diffusione confrontabile a quello della Sars e della pandemia influenzale del 2009. Lo segnala la rivista Nature sul suo sito.
La stima dei ricercatori inglesi è leggermente superiore a quella pubblicata dall’Oms dopo la riunione dello scorso giovedì, che andava da 1,4 a 2,5 persone infettate per ogni malato, ma è inferiore a quella registrata nell’epidemia del 2013 di Mers (Sindrome respiratoria del Medio Oriente), provocata da un coronavirus simile a quello della Sars (che tra il 2002 e 2003 contagiò più di 8.000 persone e ne uccise 775).
Il tasso di diffusione del coronovirus in Cina “è simile a quello di altre importanti epidemie”, rileva Mark Woolhouse, epidemiologo dell’università di Edimburgo, intervistato da Nature. Un altro quesito irrisolto rimane la contagiosità di chi, pur avendo il virus, è asintomatico. In una famiglia di Shenzen con 5 persone ammalate, è stato identificato infatti un bambino che non mostrava i sintomi ma era stato contagiato dal virus: se i casi asintomatici fossero comuni e possono diffondere il virus 2019-nCov, rilevano i ricercatori, fermarne la diffusione sarà molto più difficile.
Si può vedere la mappa aggiornata dei casi di contagio rilevati e la loro localizzazione geografica cliccando su MAPPA DIFFUSIONE CORONAVIRUS