Il Consiglio di Stato, Sez. V, 21 gennaio 2021, n. 654, nonché la sostanzialmente analoga: Consiglio di Stato, Sez. V. 27 gennaio 2021, n. 817 (per gli Abbonati PREMIUM anche nell’usuale Sezione SENTENZE), ha affrontato, tra gli altri argomenti, la questione della natura demaniale dei cimiteri, quale enunciata dal C.C. in altra sede (Scolaro, Manuale di polizia mortuaria, 2017; non appaia come un’auto-citazione, ma unicamente come indicazione per il reperimento) si è fatto riferimento al fatto che, dalla Relazione del Guardasigilli al C.C., emerge come quest’impostazione sia stata una scelta, precisa e cosciente, del legislatore, aderendo alla giurisprudenza divenuta prevalente e alle elaborazioni della dottrina.
A ben vedere, se si abbia presente l’art. 104, comma 4 D.P.R. 10 settembre 1990, n. 285 (nonché, a ritroso, dell’art. 105, comma 4 D.P.R. 21 ottobre 1975, n. 803 e dell’art. 82, comma 4 R.D. 21 dicembre 1942, n. 1880), si potrebbe far risalire quest’ottica perfino a prima dell’entrata in vigore del Libro III del C.C., cioè dal 24 agosto 1934, data di entrata in vigore del T.U.LL.SS., R.D. 27 luglio 1934, n. 1265 e s.m.
Gli effetti della natura demaniale dei cimiteri comportano, accanto ed oltre ai connotati di inalienabilità, inusucapibilità, ecc. (quali intrinsecamente propri dei beni assoggettati al regime dei beni demaniali), che il diritto il diritto sul sepolcro abbia contenuto il diritto d’uso e non, in qualche modo, “patrimoniale” (per così dire), perché all’evidenza, in base al principio generalissimo dell’accessione, il manufatto realizzato sul terreno demaniale del cimitero ne segue il regime giuridico.
Quanto spetta al privato è quindi unicamente un diritto d’uso del manufatto, il cui titolo è comunque la concessione amministrativa, fatta dal comune.
Written by:
