Il TAR Campania, Napoli, Sez. I, 25 maggio 2020, n. 1970 (reperibile anche nella sezione SENTENZE per gli Abbonati PREMIUM) ha riguardato un contenzioso sollevato avverso la deliberazione comunale che determinava le tariffe di determinate operazioni cimiteriali, compresa l’inumazione e l’esumazione, eccependo alcuni ritenuti vizi, come la pretesa del pagamento anticipato (cioè, prima dell’esecuzione delle operazioni), ma anche contestandosi le modalità di determinazione della tariffa per una “inumazione perpetua” che avrebbe prescisso dai criteri di calcolo del canone concessorio per il suolo cimiteriale.
Non si entra nel merito della decisione, non andando oltre al fatto di considerare come il giudice adito, nel considerare questo ultimo aspetto, abbia utilizzato il termine: ” … inumazione perpetua (99 anni) …”, che evidentemente costituisce un ossimoro congiungendo perpetuità e durata (anche se … lunghetta). Questa vicenda consente considerazioni aggiuntive, cioè il fatto che la pratica funeraria dell’inumazione assolve alla funzione di consentire lo svolgersi dei naturali (sottolineato) processi di trasformazione cadaverica, funzione per il cui completamento un tempo di 99 anni appare decisamente eccedente, anche se questo tempo può trovare motivazioni originarie in altre componenti, estranee ai processi di trasformazione cadaverica, quali la persistenza della memoria e dintorni.
Infatti l’inumazione ha sottesa una logica di trasformazione, mentre la tumulazione una logica di conservazione (non si richiama la pratica funeraria della cremazione che presenta elementi valoriali plurimi e spesso differenziabili).
Troppo spesso si trascura la natura, e funzione, delle diverse pratiche funerarie per far luogo ad altro, per quanto anche queste situazioni meritino considerazione. Tuttavia, ciò porta ad un uso (occupazione) dello spazio cimiteriale che eccede del tutto rispetto alla funzione cui una data pratica funeraria risponde, con ciò apportando un “danno” alle comunità locali, in quanto ne consegue un ampliamento nel bisogno degli spazi (siano essi superfici, oppure manufatti) necessari alla generalità della popolazione del territorio o che a questo fa riferimento.