Nel luglio dello scorso anno la Commissione delle petizioni del Consiglio comunale di Ceresio aveva proposto la modifica dell’articolo 52 del nuovo Regolamento comunale del cimitero di Riva San Vitale, per consentire di apporre sulle tombe non solo le croci ma anche simboli religiosi diversi da quelli della religione cristiana. Nonostante questa iniziativa, nell’ottobre successivo il regolamento era stato comunque approvato (PPD e Lega favorevoli con 16 voti; PLR astenuti; contrari con 4 voti la sinistra – Unità di sinistra e Verdi) prevedendo l’obbligo della sole croce. Grazie ai quattro consiglieri di sinistra (Claudio Cereghetti, Agata Galfetti, Sveva Merzaghi e Pietro Quadri), che hanno presentano ricorso al Consiglio di Stato ticinese, ora la situazione è cambiata. Il Governo ticinese ha infatti annullato l’articolo 52 del regolamento cimiteriale (che permetteva di esporre nel cimitero solo croci in bronzo, proibendo così ogni altro simbolo religioso), in quanto viola la Costituzione federale. Questa la motivazione del Consiglio di Stato “Nel caso di Riva San Vitale la scelta operata principalmente per motivi di estetica e di ordine pubblico viola i principi costituzionali. Inoltre il fatto di non ammettere altri simboli religiosi se non la croce in bronzo potrebbe costituire motivo di manifestazioni di intolleranza religiosa o razziale. Anche dal punto di vista estetico, eventuali altri simboli, oltre a quello ammesso dalla contestata normativa, non comprometterebbe l’armonia dei cinerari, trattandosi di simboli di dimensioni ridotte e quindi non deturpanti agli occhi dei visitatori di quel settore specifico del cimitero.”.
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