[fun.news.458] Esame del DNA per scoprire se sono stati commessi errori nella traslazione di salma

Se vorranno l’esame del Dna sui resti di una salma sepolta i genitori dovranno pagarselo, se non interviene la magistratura. E’ in pratica la novità della vicenda di Leda, la bimba nata morta al centro di una complessa vicenda di sepolture, tra i cimiteri di Merate e Lomagna. La Procura di Lecco ha deciso di non aprire al momento alcun fascicolo d’indagine per chiarire il giallo emerso dopo che papà e mamma, Giampietro e Marialuisa Comi, avevano ricevuto dal Comune di Merate la lettera che li invitava a riesumare la bara, nonostante che 15 anni fa fosse stata loro consegnata una scatola zincata contenente resti umani che avrebbero dovuto essere quelli della piccina. La consegna avvenne al termine della procedura di esumazione dei resti della piccina, con tutte le richieste, i permessi, i bolli e le tasse del caso. Successivi accertamenti avevano poi portato a scoprire nella tomba di Merate la presenza di altri poveri resti, forse di un bimbo nato privo di vita e del quale i genitori si sono sempre disinteressati, mentre avrebbe dovuto essere vuota. I coniugi Comi a questo punto avevano chiesto l’esame Dna sui resti per stabilire se appartengano o meno alla figlioletta, ma secondo la magistratura dovranno accollarsi tutte le spese. In sostanza, dunque, solo una volta ottenuto l’esito dell’esame scientifico e quindi dopo aver accertato eventualmente che è stato commesso un reato o un illecito perchè le spoglie sono state scambiate, i coniugi Comi potranno sporgere formale denuncia. A questo punto potranno anche rivalersi economicamente sui responsabili dell’eventuale scambio di tombe.

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