[fun.news.402] Concluse le indagini per violazione di sepolcro ad Acquaviva con 4 rinvii a giudizio, tra cui il custode del cimitero

Per i reati, contestati a vario titolo, di vilipendio di cadavere, violazione di sepolcro, abuso d’ufficio, truffa e falsità in scrittura privata, in registri e notificazioni, la Procura ha notificato quattro avvisi di conclusione indagini al custode e ad alcuni operai in servizio al cimitero di Acquaviva di Altamura (BA). Gli avvisi – che preludono alla richiesta di rinvio a giudizio – sono firmati dal pm Roberto Rossi. Secondo l’accusa, il custode del cimitero, Vito Lenoci, di 57 anni, abusando del suo ufficio avrebbe gestito l’attività cimiteriale: avrebbe mediato tra i parenti dei defunti e i proprietari dei loculi o di cellette per favorirne la vendita. Inoltre, insieme ad altri due imputati, Vito Irpino e Nicola Palmisano, di 59 e 62 anni, avrebbe esumato la salma di un uomo per trasferirla in una cassa più piccola; per far ciò – sostiene l’accusa – i tre avrebbero mutilato il cadavere riponendone i resti in una busta di plastica custodita nel nuovo loculo, ma al di fuori della cassa. Le accuse di truffa e di falsità in scrittura privata fanno invece riferimento ai raggiri compiuti da Lenoci e da Nicola Bertini, di 49 anni, che avrebbero indotto un privato a stipulare con loro un contratto per la cessione della concessione (che essi vantavano fittiziamente) della costruzione di un loculo. L’accusa di falsità in registri e notificazioni è infine contestata a Lenoci e fa riferimento alle “cancellature” e alle “false indicazioni” esistenti sul registro del cimitero nel periodo 1993-2000.

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