La Procura della Repubblica di Roma ha deciso che andrà fino in fondo per smantellare il sistema degli appalti pilotati per le camere mortuarie all’interno degli ospedali romani.
Dopo l’arresto del direttore generale dell’ospedale Sant’Andrea Egidio Bianconi, per presunti favori alla ditta di pompe funebri Taffo, infatti, sono previste ulteriori perquisizioni.
Egisto Bianconi, all’epoca dei fatti direttore amministrativo del nosocomio romano, è accusato infatti di “turbata libertà degli incanti, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio” insieme ad altre nove persone.
Le indagini della squadra mobile hanno permesso di documentare l’assegnazione fraudolenta dell’appalto a favore di Luciano Giustino Taffo e del figlio Daniele, imprenditori titolari dell’omonima ditta di pompe funebri di Roma.
la Procura della Repubblica sta predisponendo controlli incrociati per stabilire quali altri ospedali della Capitale sono, al pari del Sant’Andrea, immischiati nel racket degli appalti pilotati.
E non si esclude che poi le indagini si estenderanno a macchia d’olio anche all’interno dei nosocomi di altre città.
Il Responsabile dell Sefit, ing. Daniele Fogli, interpellato dalla redazione dice:
"Lo scandalo, a mio avviso, è che una struttura sanitaria metta a gara la gestione della camera mortuaria ad imprese funebri. E che glielo sia stato lasciato fare. Non è scandalosa la sola corruzione."
E, prosegue:
"Rammento che anche Federazioni locali e nazionali di imprese funebri si sono battute contro questa mercificazione della gestione delle camere mortuarie ospedaliere.
L’idea che in questi ultimi anni si è fatta avanti in molte parti di Italia è quella per cui per risparmiare nella gestione di quel servizio sanitario basta fare una gara al massimo ribasso.
E, ovviamente, chi può offrire il miglior prezzo è solo chi può avere una rendita di posizione dall’acquisizione di quel servizio.
Nel migliore dei casi vi è un risparmio nei conti della sanità pubblica, però a tutto svantaggio dei dolenti interessati (che quel beneficio economico devono pagarlo come sovrapprezzo nel funerale).
Nel caso in esame c’è in più solo un dirigente sanitario che ha pensato di farci la cresta e di mettersi in combutta con persone non certo limpide, nei loro comportamenti attuali e passati."
E allora che fare? Mettere il divieto di gestione delle camere mortuarie ospedaliere per le imprese funebri?
Sempre Fogli chiarisce:
"Non basta vietare lo svolgimento del servizio mortuario sanitario ad imprese funebri, del resto in diverse Regioni già previsto per legge, ma in molti casi inefficace, perché è banale ricorrere per una impresa privata ad un prestanome o ad una fiduciaria."
E prosegue:
"Occorre accelerare i lavori parlamentari per approvare una legge che disciplini il settore funebre e cimiteriale italiano. Una legge buona, chiara, semplice ed efficace per mettere ordine e "pulizia" nel settore!
L’AS1611 prevede, oltre a questo divieto, una miscela di antidoti che possono cambiare realmente la situazione attuale. Ci auguriamo che possa essere approvata rapidamente e nel testo attuale."