Il progetto per la realizzazione di un forno crematorio all’interno del cimitero di Campobasso è stato al centro del Consiglio comunale. Una seduta affollata, alla quale hanno preso parte i cittadini e i rappresentanti dei comitati che in queste ultime settimane si sono costituiti. Comitati sia a favore che contro la realizzazione dell’opera pubblica.
La vicenda è approdata in Consiglio grazie alla mozione presentata dai consiglieri della coalizione civica, contrari alla realizzazione dell’impianto.
Un dissenso che nasce dall’assenza di una normativa regionale che recepisca la legge nazionale del 2001. Una legge che prevede l’adozione, entro sei mesi, da parte delle Regioni, di un piano che stabilisca parametri e criteri per la localizzazione e la realizzazione dei forni crematori. Ed il Molise, ad oggi è inadempiente. Da qui la richiesta, da parte dei consiglieri di opposizione, di sospendere le procedure in autotutela, in attesa che la Regione elabori il piano. Ma intanto i cittadini restano divisi sulla questione nella quale si intrecciano temi etici e sanitari.
Il risultato della discussione consiliare sembra proprio che il crematorio di Campobasso si farà, ma se il progetto previsto non rispetterà i parametri dovrà essere modificato ed eventualmente dovrà essere costruito in un luogo alternativo al cimitero di San Giovanni.
La mozione proposta dai consiglieri di minoranza è stata respinta, mentre è stato approvato, con 13 voti a favore e 6 contro, un ordine del giorno presentato da cinque consiglieri di maggioranza
L’ordine del giorno è articolato in sei punti.
Nel primo si chiede a sindaco e Giunta che si verifichi il rispetto dei parametri e dei requisiti del forno crematorio nella localizzazione prevista (il cimitero di San Giovanni dei Gelsi), altrimenti si pensi ad un altro luogo.
Nel secondo, che venga garantito che nell’impianto vengano cremate esclusivamente salme, e non apparecchi elettromedicali, scarti e rifiuti ospedalieri e casse di zinco.
Nei successivi due si chiedono risorse finanziarie per rafforzare i controlli ambientali e altre misure per garantire la salute dei cittadini e la salubrità dell’ambiente, la predisposizione di un regolamento che disciplini l’attività e la gestione dell’impianto, in modo da garantire il rispetto dei parametri di tutela ambientale e della salute.
Gli amministratori sono poi chiamati a relazionare in Consiglio e a farsi portavoce nei confronti della Regione perché la legge del 2001 (che darebbe proprio alle regioni la responsabilità di scegliere dove realizzare gli impianti) possa trovare attuazione.
«Non è la paura che può condizionare le nostre scelte» è stato il concetto ripetuto più volte dal sindaco Antonio Battista, che ha ricordato come un crematorio sia necessario, oltre che come segno di civiltà, anche perché al cimitero i loculi cominciano a scarseggiare.