[Fun.News 2799] Troppo poco 24 ore per decidere sul destino dei prodotti abortivi

Le norme che riguardano l’accoglimento dei feti al cimitero sono contenute nel regolamento nazionale di polizia mortuaria (DRP 10 settembre 1990, n. 285) e sinteticamente prevedono:
a) la definizione terminologica del termine ‘feto’ nozione entro la quale sono compresi “i prodotti abortivi di presunta età di gestazione dalle 20 alle 28 settimane complete e dei feti che abbiano presumibilmente compiuto 28 settimane di età intra uterina e che all’ufficiale di Stato Civile non siano stati dichiarati come nati morti”
b) l’obbligatorietà del loro conferimento al cimitero comunale qualora non venga chiesta altra destinazione
c) la possibilità di partecipazione da parte dei genitori di provvedere loro stessi a scegliere le modalità di esecuzione del trasporto, nonché il luogo (ad esempio in cimitero di altra città) e le modalità di seppellimento [o di cremazione] che tuttavia deve essere esercitata “entro 24 ore dall’espulsione od estrazione del feto”
d) che tale possibilità di scelta da parte dei genitori venga anche estesa ai “prodotti del concepimento di presunta età inferiore alle 20 settimane”
e) il rilascio delle relative autorizzazioni da parte dell’autorità sanitaria locale competente

Nel 2012 l’Istat ha rilevato 103.191 interruzioni volontarie della gravidanza, 6.850 in meno rispetto al 2011. L’Italia è uno dei Paesi dell’Unione europea con il più basso livello di abortività volontaria.

E’ sempre più avvertita la necessità di ampliare il periodo temporale di 24 ore dall’espulsione per decidere sul destino dei prodotti abortivi. La Regione Lombardia già l’ha portato a 48 ore, ma sembra ancora inadeguato.
In situazione come queste si hanno comportamente ampiamenti differenziati: dalla volontà di non occuparsi del prodotto abortivo da parte dei genitori, ad un lutto difficilmente elaborabile in altri casi.
Genitori che intendono avere un luogo in cui piangere un bimbo perso e altri che non lo vogliono considerare com efiglio. In tale situazione intima si sommano posizioni spesso proprie di associazioni o partiti che esremizzano i concetti di sepoltura di qualunque forma embrionale di vita o, al contrario, di non considerare quella una forma di vita.
In mezzo ci stanno medici, infermieri e impiegati comunali titolati del dovere di provvedere alle incombenze burocratiche necessarie.
Indipendentemente dalla soluzione che il legislatore andrà a trovare, però, appare troppo limitato il periodo di riflessione che oggi è lasciato a tutti i genitori che vivono la perdita volontaria o involontaria di un concepito.

Written by:

9.180 Posts

View All Posts
Follow Me :

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.