Come noto sta partendo in questi anni una ristrutturazione complessiva delle Amministrazioni comunali, sia di piccola che di grandissima dimensione. In quest’ultimo caso la razionalizzazione va sotto il nome di passaggio alle aree metropolitane.
Anche i servizi necroscopici e cimiteriali sono interessati al cambiamento. Di seguito richiamiamo alcune dichiarazioni recentemente svolte in una manifestazione pubblica organizzata dall’ANCI.
“Con l’avvio delle Città metropolitane dal 1 gennaio, c’è stato il riconoscimento istituzionale del loro ruolo, ora dobbiamo porci il problema di costruire questa nuova dimensione non solo come istituzione, ma anche come progetto di sviluppo socioeconomico. Anzi, il nuovo ruolo istituzionale che è stato riconosciuto sarà tanto più efficace in quanto sarà capace di esprimere un progetto di sviluppo.
Per fare questo, c’è necessità di sostenere l’avvio delle Città con un progetto di medio termine che consenta di offrire una visione, e di collocare ogni Città dentro una dimensione, indicando per ciascuna quale sarà il suo futuro nei prossimi 15 – 20 anni. E’ quanto ci proponiamo di fare con questa iniziativa”.
Lo ha detto il presidente dell’Anci Piero Fassino presentando il progetto Start City, promosso dal Coordinamento Anci dei sindaci delle Città Metropolitane in collaborazione con The European House-Ambrosetti.
L’iniziativa, illustrata in una conferenza stampa svoltasi qualche giorno or sono a Palazzo Isimbardi, sede della Città metropolitana milanese, mira ad individuare una cornice strategico-operativa per lo sviluppo degli enti metropolitani, con particolare riferimento alla dimensione economica, alla crescita occupazionale e alla capacità dei territori di attrarre nuovi investimenti.
Assieme a Fassino, il padrone di casa Giuliano Pisapia e Dario Nardella, sindaco di Firenze e coordinatore Anci delle Città metropolitane che, insieme ai primi cittadini di Catania (Enzo Bianco) e Reggio Calabria (Giuseppe Falcomatà), hanno animato un dibattito moderato dal vicedirettore del Corriere della Sera Daniele Manca.
“Nell’era della globalizzazione, le aree metropolitane sono i luoghi in cui si concentrano il massimo delle opportunità e delle criticità e sono anche – ha spiegato Fassino – i luoghi da cui può ripartire lo sviluppo dell’intero sistema paese”.
Per fare questo è, però, necessario che “venga loro data forza in termini di cultura, di identità, e di respiro strategico per evitare che restino solo un semplice fatto amministrativo o burocratico e diventino perfettamente riconoscibili dai cittadini”.
Il presidente dell’Anci ha sottolineato il significato operativo del progetto avviato oggi, che prevede due step fondamentali. Innanzitutto, l’organizzazione nei prossimi mesi in tutte le 14 Città metropolitane di incontri di approfondimento con gli attori territoriali, dando vita ad un confronto diretto sulla visione strategica per la Città così da condividere le opportunità associate al nuovo status metropolitano.
L’ultimo passaggio del progetto sarà un forum finale – il 4 e 5 dicembre a Firenze – occasione per presentare una sorta di Libro Bianco delle Città metropolitane, su cui confrontarsi con i vertici del governo locale e nazionale, della business community nazionale ed internazionale, della società civile, così da avviare un dialogo costruttivo sulle priorità strategiche e sulle azioni concrete da sviluppare.
“Questo progetto è ambizioso ma ci soccorre il fatto che altre città hanno avviato, prima del riconoscimento della legge Delrio, un lavoro sulla programmazione di medio periodo”, ha argomentato Fassino. “E’ comunque un lavoro di grande interesse che consentirà di collocare la nostra attività quotidiana dentro una visione, cosa che – ha concluso – darà maggiore forza alla nostra azione di sindaci".
Da parte sua il sindaco di Firenze Dario Nardella ha sottolineato come “Le 14 città metropolitane si propongono come gli interlocutori privilegiati di governo, regioni e di tutti gli stakeholder nazionali ed internazionali”.