E’ terminato il periodo epidemico dell’influenza.
Anche se mancano ancora tre settimane al termine della sorveglianza della rete dei medici sentinella, nella settimana tra il 30 marzo e il 5 aprile è stato raggiunto il valore soglia di due casi per mille assistiti, con un’incidenza di 1,91 casi per mille assistiti e 116mila casi registrati. A riferirlo è il bollettino Influnet dell’Istituto superiore di sanità (Iss).
Al convegno tenutosi nei giorni scorsi "Il contributo della vaccinazione per la salute dell’anziano", promosso da Italia Longeva a Roma, si sono valutati gli effetti del calo di vaccinazioni effettuate sul rischio di morte negli anziani.
”Stiamo facendo come Istituto Superiore di Sanità uno studio per valutare gli effetti del calo delle vaccinazioni che c’è stato, valutabile intorno almeno al 25-30% – ha affermato Walter Ricciardi, commissario straordinario dell’istituto – ma i risultati preliminari ci dicono che un eccesso di mortalità c’è stato, oltre agli ottomila morti che sono la norma ogni anno ce ne sono stati alcune centinaia in più”.
La stagione influenzale, ha sottolineato Carlo Signorelli, presidente della Società Italiana di Igiene (Siti), si è chiusa con quasi sei milioni di casi, più della media, e gli effetti psicologici del caso Fluad potrebbero farsi sentire per anni.
Sull’efficacia e la sicurezza del vaccino, ha sottolineato Roberto Bernabei, Presidente di Italia Longeva, non ci sono dubbi. ”Da uno studio sugli anziani nelle Residenze sanitarie assistenziali, quelli cioè in condizioni peggiori, è emerso che il rischio di morte con il vaccino cala del 25% – ha spiegato -. Vaccinare è uno dei segreti della longevità”.
Oltre all’influenza, hanno sottolineato gli esperti al convegno, gli altri ‘nemici’ degli anziani prevenibili sono la polmonite pneumococcica, per la quale nel 2012 in Italia sono morte oltre 9.200 persone con più di 65 anni e anche l’herpes zoster, alias "Fuoco di Sant’Antonio".