Il 24 settembre 2014 la giunta municipale di Bologna ha fatto un ulteriore passo nel riconoscimento dei diritti delle persone conviventi, gay o eterosessuali, senza differenze.
Come annunciato qualche mese fa Palazzo d’Accursio ha approvato una serie di integrazioni al regolamento di Polizia mortuaria con cui si estendono ai conviventi, cioè a persone legate al defunto da soli vincoli affettivi, alcuni diritti e facoltà già riconosciuti al coniuge o ai parenti.
«Capisco che il tema magari non è molto allegro dichiarò all’epoca il primo cittadino ma basta cambiare il regolamento di Polizia mortuaria per permettere a una persona, gay o anche che ha solo una relazione affettiva, di poter essere tumulato insieme al partner».
Se Merola aveva risposto al prefetto con decisione («io vado avanti», ha detto a Sodano) e non si era fatto intimidire dalle ripetute critiche della Curia, con questo ulteriore passo, che era stato votato in consiglio comunale nel gennaio del 2013, ha messo definitivamente i puntini sulle «i».
Indietro non ha proprio intenzione di tornare.
Le modifiche e le integrazioni approvate, quindi, daranno la possibilità di tumulare il convivente nel cimitero, anche se non residente a Bologna.
Inoltre, si inserisce la possibilità per il convivente di esprimere la volontà del defunto in merito alla cremazione, alla dispersione e all’affidamento delle ceneri.
Nel regolamento, poi, spiega la nota dell’amministrazione, «oltre alla definizione di congiunti viene aggiunta quella di convivente, cioè la persona inserita nello stato di famiglia del defunto al momento del decesso, in ragione dell’esistenza dei soli vincoli affettivi e, quindi, non legata al defunto da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela».
Il convivente potrà dunque autorizzare operazioni di disseppellimento, avrà il pieno godimento del diritto d’uso della concessione cimiteriale, potrà subentrare nella titolarità della concessione e rinunciare alla stessa.