17 esponenti del clan di Camorra ‘Moccia’ sono stati fermati in un’operazione congiunta di Polizia e Carabinieri effettuata all’alba del 21 luglio 2014 nel Napoletano. I fermati sono indiziati d’associazione di tipo mafioso, porto abusivo d’arma da fuoco e estorsione aggravati dalle finalità mafiose. Secondo le indagini della Dda di Napoli, il gruppo si stava estendendo dal rione Salicelle di Afragola, a Casoria, Caivano, Crispano e Cardito, dopo una scissione che ha causato un conflitto interno al gruppo con alcuni omicidi.
Tra le 17 persone fermate figurano anche i fratelli Mariano, Aniello e Carlo Barbato e la loro madre, Patrizia Bizzarro.
Il clan mafioso imponeva ai commercianti della zona (tra Afragola, a Casoria, Caivano, Crispano e Cardito, nel Napoletano) un istituto di vigilanza chiedendo la disdetta di quello sotto contratto.
Se le loro richieste non venivano esaudite, scattavano le ritorsioni, anche attraverso atti intimidatori con l’uso di bombe carta fatte esplodere davanti ai negozi.
Tra gli attentati riconducibili al gruppo camorristico dei Barbato figurano quelli all’impresa funebre Salomone, alla macelleria Di Palo e a una società di costruzioni.
A svolgere il ruolo di "procacciatore di affari" dei Barbato sarebbe stato Giuseppe Gallo che si metteva in contatto con i commercianti per imporre le ditte (di vigilanza privata e di onoranze funebri) ritenute vicine alla camorra locale.
Se, poi, i commercianti si opponevano, entrava in azione Ciro Gallo, fratello di Giuseppe e uomo di fiducia di Mariano Barbato, che metteva in moto la "macchina delle ritorsioni", anche in prima persona.
Ciro Gallo, infine, gestiva una società di pompe funebri "La Pace Eterna".