Dopo il turismo che si orienta verso i musei, le chiese, si sta percependo anche in Italia il fenomeno nuovo del turismo cimiteriale.
"Si tratta di un segmento turistico decisamente unico – afferma Massimo Feruzzi, Amministratore Unico della società di consulenza turistica Jfc e responsabile della ricerca "La seconda vita dei cimiteri", che agisce sul mix possibile, esistente solo in questi luoghi, tra cultura ed architettura, visite a personaggi storici e ricerca interiore".
Il turismo dei cimiteri può coinvolgere, in pochi anni, 90 siti nazionali ed interessare 400.000 italiani e 7 milioni di residenti nei Paesi di origine anglosassone, secondo lo studio, contro i soli 45.000 visitatori del 2013.
Sono due le tematiche principali che spingono le persone a visitare i cimiteri al di fuori della visita più tradizionale legata alla Commemorazione dei Defunti del 2 novembre:
l’aspetto culturale e museale, dal momento che soprattutto i cimiteri Monumentali sono veri e propri musei a cielo aperto; l’aspetto di affinità con personaggi famosi.
Sono molti i cimiteri che "ospitano" le spoglie di personaggi famosi, e proprio per questo motivo vengono "sacralizzati" da coloro che hanno sviluppato un legame di vario tipo con questi personaggi.
Si calcola siano 417 a livello mondiale i cimiteri di potenziale interesse turistico, la maggior parte dei quali si trova in Europa: ben l’83,5% del totale, pari a 348 cimiteri.
La restante quota è suddivisa tra Asia (9,8%), America (5,8%) e Oceania (1%).
Analizzando nello specifico i cimiteri a livello europeo, risulta come sia assolutamente primaria la posizione dell’Italia: i cimiteri italiani di potenziale interesse turistico sono il 55,2% del totale europeo, pari a 192 cimiteri dislocati nelle varie regioni. A seguire, la Spagna con 29 cimiteri (8,3%), la Francia con 22 (pari al 6,3%) ed il Regno Unito con 20 cimiteri (5,7%).
L’Italia, tuttavia, non appare in grado di sfruttare le proprie risorse turistiche, anche "innovative":
la maggiore quota di cimiteri che già oggi offrono servizi e circuiti, propongono visite e si promuovono a fini turistici non sono in Italia ma in Spagna, che occupa l’attuale leadership "coprendo" il 22,1% di questa particolare offerta turistica, pari a 21 cimiteri.
Non tutti i cimiteri, però, possono avere una finalità turistica: i cimiteri di potenziale interesse turistico (192 in totale in Italia) sono localizzati in prevalenza in Toscana (13% del totale nazionale), in Sicilia (10,4%) ed in Emilia Romagna (9,9%). Poi, ancora, in Piemonte (8,3%), Lazio e Lombardia (rispettivamente con il 7,3% del totale nazionale).
I cimiteri che già oggi o si stanno posizionando sulla tematica turistica, offrendo anche servizi e circuiti per i visitatori, o posseggono le caratteristiche per avviare immediatamente questo "percorso" sono meno della metà (90 contro 192).
Risulta quindi che la regione con le maggiori attuali capacità di attrarre flussi turistici legati al "turismo ai cimiteri" sia la Toscana (13,3%), seguita dalla Sicilia (11,1%) e dall’Emilia Romagna (10%), sul totale nazionale.
I più visitati dagli stranieri sono i cimiteri acattolici: da Livorno a Roma, da Firenze a Bagni di Lucca o Sanremo, sono questi quelli più visitati da americani ed inglesi, canadesi e francesi, ma anche tedeschi, polacchi e russi.
Rimane comunque bassa la quota di visitatori stranieri ai cimiteri Italiani, ed è pari al 13,2% sul totale dei visitatori (il restante 86,7% è la quota dei visitatori residenti in Italia). Se invece si considerano i soli cimiteri acattolici, la quota di visite straniere "esplode" sino a toccare il 68% del totale. Nel complesso, si tratta di visitatori provenienti soprattutto dagli Stati Uniti (24,5%) e dal Regno Unito (18,9%).
Buona la quota dei tedeschi (15%). Per quanto riguarda gli Italiani, coloro che visitano i cimiteri a fini turistici provengono in prevalenza dal territorio (66,6%) e dall’area provinciale (21,2%), da una distanza massima di 50 km. Nell’81,7% dei casi si tratta di persone con un’età superiore ai 50 anni.
Grazie ad una intesa con la Jfc di Faenza la rivista I Servizi Funerari pubblicherà sul numero in uscita ad ottobre 2014 il testo della ricerca.