Circa una decina di giorni or sono a Martellago, un piccolo comune nella provincia di Venezia, era in corso la tumulazione di un 61enne del posto, obeso, alla presenza di amici e parenti, quando gli operai del cimitero si sono accorti che la bara non sarebbe entrata nel loculo.
Il defunto era di corporatura robusta, tanto che l agenzia di pompe funebri aveva suggerito alla famiglia, spiega la moglie J.P., una bara fuori misura, di alcuni centimetri più larga rispetto alla misura standard .
Nel corso della tumulazione al cimitero di Martellago la bara non entrava nel loculo e, dopo rpido consulto tra impresario funebre e custode del cimitero, venne deciso di operare la eliminazione, tramite segatura, dei bordi sporgenti della bara.
I familiari e i presenti hanno dovuto vivere una scena incresciosa. Un fatto simile era avvenuto recentemente a Mestre, a pochi chilometri da Martellago.
La famiglia del 61enne obeso defunto ha annunciato l intenzione di adire alle vie legali. Non è chiaro infatti se i famigliari del defunto abbiano accettato, o siano stati informati, di quella decisione del custode e del titolare dell agenzia.
Questi i fatti. Sorge spontanea la richiesta di conoscere chi abbia ragione o meno.
Sicuramente hanno sbagliato sia l’impresa funebre che il custode del cimitero.
Difatti l’impresa funebre era a conoscenza della eccezionalità del caso, visto che aveva venduto una bara fuori misura e avrebbe dovuto effettuare un sopralluogo preventivo al cimitero per accertarsi che le misure della bara fossero cmpatibili con quelle del loculo in cui sarebbe stata tumulata. L’errore iniziale dipende quindi dall’impresa funebre. Ma vi è stato anche un errore successivo. Difatti il custode cimiteriale, appurato che il feretro non entrava nel loculo, avrebbe dovuto sospendere le operazioni di tumulazione e collocare la bara in camera mortuaria. Non avrebbe così urtato la suscettibilità dei presenti, ma soprattutto avrebbe svolto operazioni (anche ai fini delle norme sulla sicurezza) in maniera consona.
Poiché la bara è di proprietà del familiare che ha ordinato il funerale sarà lui a stabilire se:
a) far sostituire la bara con una di dimensioni compatibili alla corporatura del defunto e al tempo stesso capace di stare nel manufatto. In caso di errore dell’impresa funebre l’onere è a carico di quest’ultima.
b) far adattare nei limiti del possibile la bara, snellendola. In genere ciò avviene con la asportazione o il taglio parziale delle cornici e bordi esterni, ma sempre in maniera tale da garantire una permanenza minima di 25 mm. di spessore del legno in ogni punto della bara
c) cambiare loculo, acquisendo la disponibilità di uno di dimensioni maggiori
Accertata la volontà del familiare avente titolo, meglio se per iscritto, il custode cimiteriale avrebbe potuto operare conseguentemente.
Non avrebbe dovuto invece svolgere tali operazioni di eliminazione di bordi e cornici alla presenza di familiari e conoscenti, essendo operazioni che possono realmente urtare la suscettibilità e aumentare il dolore dei presenti.