L’ampliamento del cimitero di San Sabino a Spoleto, alla prima periferia della città, è stato realizzato contra legem, in quanto su un terreno non espropriato. Il legittimo proprietario del terreno non ne ha voluto sapere del sopruso e ha scalato tutti i gradi di giudizio. E ora il Consiglio di Stato ha depositato una sentenza che condanna il Municipio a restituire al legittimo proprietario l area cimiteriale . Dove, dal novembre del 1999 ad oggi, sono stati realizzati centinaia di loculi e qualche decina di edicole e cappelle.
Il dispositivo della IV Sezione del CdS (sentenza 15/10/2013 depositata il 27/1/2014) ha riformato la sentenza emessa nel 2010 dal Tar dell Umbria che aveva riconosciuto le ragioni del proprietario del terreno, temperandole con quelle del pubblico interesse, escludendo la restituzione dell immobile senza limiti di tempo ma indicando al contempo all amministrazione i criteri al fine della liquidazione del danno .
Il proprietario del terreno non è stato d’accordo e ha impugnato la sentenza del TAR Umbria in CdS.
Secondo il CdS in assenza di un provvedimento di esproprio&la proprietà del suolo rimane in capo all appellante, sicché nessun danno può profilarsi in relazione alla sua perdita. Piuttosto, il proprietario ha diritto alla restituzione materiale del suolo, ossia ad essere reintegrato anche nel possesso .
Per questo il CdS ha condannato l amministrazione salvo il potere della stessa, in costanza dei presupposti di cui all art. 42 bis del TU degli espropri, di emanare un provvedimento di acquisizione postuma con contestuale liquidazione dell indennizzo, nei termini e modi previsti dalla norma citata .
Una via di fuga che consentirà al Comune di sanare la incresciosa situazione in cui ci si è venuti a trovare, risarcendo il legittimo proprietario, il quale, fino a quando non si troverà l accordo, dovrà rientrare in possesso del proprio bene.
L’area si sviluppa su una superfice di 8.954 metri quadrati.