L edilizia cimiteriale, oltre a rispondere alla normativa tecnica per le costruzioni deve rispondere a specifici requisiti funzionali al fine di contenere qualsiasi inconveniente igienico-sanitario derivante dalla decomposizione in corso delle salme tumulate.
Recentemente è apparso uno studio curato dall’ing. Anna Santarsiero, dell’Istituto Superiore di Sanità, in cui viene effettuata una disamina dell’evoluzione nel tempo dei materiali e delle norme costruttive dei manufatti cimiteriali con una particolare attenzione alla parete di chiusura verticale dei loculi.
Vengono riportate le principali problematiche che possono porsi nella progettazione di una sostituzione di un materiale contemplato dal DPR 285/1990 con uno equivalente, per mezzo dell’analisi di un caso di studio:
sostituzione del mattone pieno, esplicitamente menzionato dall’art. 76 del DPR 285/1990, con calcestruzzo aerato autoclavato (CAA) per le pareti di chiusura dei loculi nella fase di tumulazione.
La parete di chiusura del loculi è la parte più critica del loculo per gli inconvenienti igienico-sanitari che possono ingenerarsi (possibili fuoriuscite di reflui liquidi e gassosi del processo di decomposizione in corso, durante il normale periodo di tumulazione della salma; intrusioni/accessi indebiti a feretri tumulati) e di estetica per l’aspetto formale verso l’ambiente esterno (lo spazio architettonico esterno).
Il testo dello studio, pubblicato tra i Rapporti ISTISAN 13/22, è disponibile per il download cliccando [Valutazione preliminare del calcestruzzo aerato autoclavato]