Aziende speciali, istituzioni, società di capitali controllate dai Comuni (ma anche da altri EELL) che hanno affidato in forma diretta uno o più servizi che nel loro complesso incidono per oltre l’80% (inizialmente, ma tale percentuale potrà variare con apposito decreto) del valore della produzione entrano nel patto di stabilità dal 1 gennaio 2015. Questo il succo del contenuto dell’art. 16 del progetto di legge di stabilità. E tutti coloro che non hanno concorso per guadagnarsi in una gara l’affidamento del servizio ora ne sono interessati. Intanto è da chiarire che per servizi in affidamento diretto si intendono quelli regolari (cioè in house secondo le norme comunitarie) e quelli per così dire irregolari, cioé in cui l’inerzia del Comune ha prodotto la continuazione dello svolgimento del servizio da parte del soggetto pubblico in condizioni di controllo.
L’obiettivo è quello che in ogni impresa pubblica avente le caratteristiche sopra ricordate, si abbia un MOL (margine operativo lordo) definito come saldo economico, non negativo o comunque se negativo da riportare positivo attraverso un piano di rientro pluriennale.
E’ pertanto importante che ogni impresa pubblica che ritenga di avere tali caratteristiche faccia rapidamente una simulazione economica pe ril calcolo del MOL (come definito dalla norma) per capire cosa può succedere. Ogni anno dovrà essere trasmessa e certificata (entro 31/3) la sussistenza del controllo da parte pubblica e se la quota di valore dell’affidamento diretto supera l’80%. E ove tali imprese continuino ad essere nel perimetro pubblico e assoggettate al patto (in base a questa norma) pure il saldo economico citato e una certificazione di rispetto del vincolo.
Le imprese pubbliche che hanno un saldo economico negativo devono approvare e seguire un piano di rientro che lo porti in area positiva entro e non oltre il 2017. La base è il saldo economico 2013. Il meccanismo di rientro deve essere tale da :
recuperare almeno il 15% del valor negativo del saldo economico ogni anno, con l’ultimo anno che non può superare il 40% (il giochetto serve ad evitare che si rimandi nel tempo la operazione di riequilibrio).
Ad es: se il saldo economico fosse negativo per 1 milione di euro nel 2013, occorre avere un obiettivo di riduzione come segue:
anno 2014: almeno 150.000 euro in meno
anno 2015: almeno 150.000 euro in meno
anno 2016: almeno 150.000 euro in meno
anno 2017: non più di 400.000 euro in meno
Molto più verosimilmente si potrebbe spalmare in quattro anni l’obiettivo di rientro, con miglioramenti di 250.000 euro/anno.
La norma prosegue con la individuazione delle responsabilità in caso di mancato rispetto del vincolo e delle sanzioni previste, che non sono solo per le imprese pubbliche controllate, ma anche per gli enti locali controllanti (pro quota).
Per le imprese pubbliche i vincoli sono particolarmente pesanti: blocco di ogni tipo di assunzione, riduzione di compensi degli amministratori, taglio dei costi operativi. Inoltre si hanno una serie considerevole di controlli interni ed esterni, con pure il coinvolgimento della Corte dei conti. Sussistono poi, nella norma, altri interventi di minor conto.
Cosicché le imprese pubbliche che potrebbero ricadere all’interno di questa norma hanno poche possibilità di movimento (l’anno 2013, che è di riferimento, è quasi terminato):
– acquisizione e fusione con società che posseggono affidamenti non diretti (quindi acquisiti a mezzo gara) per uscire dal perimetro della pubblica amministrazione
– aumento dell’attività diretta svolta in libero mercato
Non appena disponibile il testo definitivo del progetto di legge (nella versione depositata al Senato, da cui inizierà la valutazione del testo), sarà nostra cura inserirlo nell’apposita area all’interno del sito www.euroact.net