[Fun.News 2441] Nel 2012 in Italia 612.883 decessi. E’ un notevole aumento rispetto all’anno prima. Si prevede anche forte aumento delle cremazioni

L’ISTAT ha diffuso i dati definitivi concernenti le variazioni demografiche per l’anno 2012 ed emerge un forte aumento della mortalità. Il numero di decessi in Italia è stato nel 2012 pari a 612.883, superiore di 19.481 unità a quello del 2011. Il tasso di mortalità è pari a 10,3 per mille, e varia da un minimo di 8,2 per mille nella provincia autonoma di Bolzano a un massimo di 13,9 per mille in Liguria, risultando in aumento in tutte le regioni, eccetto che in Valle d’Aosta e in Molise, dove il numero dei decessi rimane stabile. I maggiori incrementi si evidenziano nella provincia autonoma di Bolzano (+7,2%), in Lombardia (+5,3%), in Umbria (+4,8%), Marche (+4,3%) e Toscana (+4,2%).

Il 31 dicembre 2012 risiedevano in Italia 59.685.227 persone, di cui più di 4milioni e 300mila (7,4%) di cittadinanza straniera. Nel corso dello scorso anno la popolazione è cresciuta di 291.020 unità (+0,5%). L’aumento dello 0,5%, spiega l’Istat, é dovuto in parte alla revisione post censuaria delle anagrafi e, in parte, alle migrazioni dall’estero, che compensano il calo di popolazione dovuto al saldo naturale negativo. Il movimento naturale della popolazione, infatti, ha fatto registrare un saldo negativo di circa 79 mila unità. In particolare, sono stati registrati più di 12 mila nati in meno rispetto all’anno precedente e circa 19 mila morti in più. Pertanto il saldo naturale, dato dalla differenza tra nati e morti, è risultato negativo per 78.697 unità, che rappresenta un picco negativo mai raggiunto prima, ancora più elevato di quello del 2003, quando la mortalità fece registrare valori particolarmente elevati nei mesi giugno-agosto a causa di una eccezionale ondata di calore. Analogamente, l’Istat ha osservato un elevato numero di decessi nei primi mesi del 2012, in corrispondenza della forte ondata di gelo, che ha colpito tutto il Paese, in particolare il Centro e il Nord, dove infatti si è riscontrato il maggior incremento della mortalità. Il saldo naturale è negativo ovunque, con la sola eccezione delle province autonome di Trento e Bolzano e della Campania.

Il movimento migratorio con l’estero lo scorso anno ha fatto registrare un saldo positivo pari a circa 245 mila unità. Gli immigrati sono indirizzati prevalentemente verso le regioni del nord e del centro. Il Sud acquista popolazione a causa delle migrazioni con l’estero, che tuttavia non riescono a compensare la perdita di popolazione dovuta alle migrazioni interne, con il risultato di un tasso migratorio interno più estero negativo (-0,3 per mille). A livello regionale, il Lazio risulta essere la regione più attrattiva (11,6 per mille), seguita dalla Toscana (7,8 per mille) e dall’Emilia-Romagna (7,3 per mille). Tra le regioni del Mezzogiorno solo l’Abruzzo si stacca nettamente dalle altre con un tasso pari a 4,7 per mille.

Se però incrociamo le informazioni già note dall’ISTAT con i primi dati che filtrano in ambienti SEFIT Federutility, concernenti la evoluzione della cremazione nel nostro Paese, le cui cifre ufficiali sono attese entro l’estate, si prevede che anche l’andamento delle cremazioni nel 2012 sarà un anno record e ciò anche per gli effetti della grande crisi economica che ha colpito pure l’Italia.

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