Recentemente sono stati effettuati alcuni controlli da Arpat (la protezione ambientale regionale toscana) alle emissioni del crematorio di Arezzo. In un caso i limiti di autorizzazione sono risultati superiori al consentito e quindi la Provincia di Arezzo ha emesso una diffida tesa a sospendere immediatamente l’attività di cremazione delle salme . La gestione del crematorio è di Arezzo Multiservizi, che si legge in una nota
“ha avviato le procedure dirette ad accertare le cause che possano aver portato allo sforamento per poi procedere all’adozione di interventi destinati a riportare le emissioni entro i parametri di sicurezza in modo da poter riaprire l’impianto e riattivare il servizio di pubblica utilità”.
Nei prossimi giorni l’intera struttura, sarà sottoposta a manutenzione al fine di revisionare qualsiasi parte meccanica ed elettronica, compresi i sistemi di abbattimento fumi, in modo da individuare ed eliminare le cause che hanno portato all’emissione in atmosfera di particelle superiori a quanto previsto nel decreto di autorizzazione n. 92/EC del 17 giugno 2009 rilasciato dalla Provincia di Arezzo. “Arezzo Multiservizi tiene a informare che fin dall’apertura del Tempio Crematorio ha costantemente provveduto a monitorare le emissioni e che mai sono state riscontrate difformità. Gli autocontrolli e i prelievi sono stati effettuati con maggior frequenza rispetto a quanto previsto dal provvedimento autorizzativo, a dimostrazione della sensibilità verso la tutela ambientale, la sicurezza dei cittadini e dei luoghi di lavoro. L’ultimo in ordine di tempo era stato effettuato in data 11 e 12 marzo 2013 ed aveva dato esiti regolari”. “Analoghi controlli – chiarisce Arpat in una nota – , nonché autocontrolli a cura del gestore dell’impianto, Multiservizi srl, non avevano fatto rilevare fino ad oggi anomalie, ma le analisi effettuate a seguito dei campionamenti dello scorso 22 aprile mostrano uno sforamento dei limiti delle diossine (PCDD-PCDF) superiore a quanto consentito. Infatti il rapporto di prova delle analisi effettuate dal laboratorio ARPAT mostra una sommatoria di diossine pari a 1,62 ng/m3 TEQ (incertezza ± 0.81) ng/Nm3, superiore al limite previsto dall’autorizzazione di 0,1 nanogrammi (ng) per metro cubo TEQ (tossicità equivalente) “.
E non è finita: il Comune di Arezzo ha emesso un’ordinanza con la quale vieta “con decorrenza immediata dalla notifica – recita l’atto – , raccolta e consumo di verdure ed ortaggi coltivati in campo libero(nell’intorno del crematorio), ed inoltre, sempre a scopo precauzionale, il consumo di pollame allevato nell’area e le uova”.