[Fun.News 2401] Fatto il Governo: riparte la protesta dei Comuni per i tagli

Silvia Scozzese, direttore scientifico IFEL Fondazione Anci, ha recentemente illustrato alcuni numeri che fanno rizzare i capelli: nel periodo 2007-2014 il contributo finanziario dei comuni italiani al risanamento della finanza pubblica è di oltre 15 mld, di cui il 40% da tagli di risorse trasferite e il 60% da inasprimento del Patto di stabilità. Nel 2013 i Comuni presentano un saldo obiettivo positivo, ai fini del Patto di stabilita interno, di 4,3 mld di euro (180 milioni sono scontati dal PSI dei piccoli comuni). A ciò si aggiungono i tagli disposti dalla legge di stabilità per l’anno 2012, dal DL 78 del 2010 e da ultimo i 2.250 milioni di euro del DL 95 del 2012 (spending review), per un importo complessivo di 6,2 miliardi di euro, pari al 40 per cento delle risorse trasferite dallo Stato nel 2010.

Occorre puntare ad un allentamento del Patto e della manovra, se questo non succederà il conflitto si deve alzare di livello. Non si può giocare la partita del mantenimento del governo sulla pelle dei comuni“. Ad affermarlo è il presidente di Anci Toscana Alessandro Cosimi, sindaco di Livorno e coordinatore delle Anci regionali, che è intervenuto al seminario “Il bilancio 2013” promosso da Anci Toscana e IFEL. Decreto pagamenti, Imu, Tares, Patto di stabilità sono stati al centro del seminario che ha visto la partecipazione di circa 150 partecipanti tra amministratori ed esperti. “Sull’Imu dobbiamo smettere di ragionare in termini di campagna elettorale – aggiunge Cosimi – va bene tutto, basta che ai comuni sia consentito di esercitare la propria autonomia. Sui bilanci abbiamo lavorato per il termine del 30 giugno ma ad oggi non abbiamo certezza né sulle entrate né sul regime normativo. Nessuno è contrario ad una ridiscussione dell’Imu, per certi versi poter non essere più gabellieri dello Stato sarebbe una grande soddisfazione, ma non ci si può alzare un giorno e dire via l’Imu o sospendiamo il primo versamento e il giorno dopo dire il contrario”.
Infine, “il taglio della spending review nel 2013 complica ulteriormente le cose e determina una riduzione oggettiva di circa il 9 per cento (NdR: in Toscana) della spesa per consumi intermedi in tutti i comuni, una situazione che diventa insostenibile“.

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