Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge che consente il pagamento dei debiti commerciali scaduti della pubblica amministrazione. Il provvedimento, fortemente voluto sia dai creditori che dai debitori potrebbe essere il meccanismo capace di avviare la ripresa, per effetto della massiccia dose di liquidità inserota nel sistema economico italiano. Il decreto legge sblocca i pagamenti di debiti commerciali delle PA verso imprese, cooperative e professionisti per un importo di 40 miliardi, che verranno erogati nell arco dei prossimi dodici mesi. Il Decreto-Legge 8 aprile 2013, n. 35: Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonche’ in materia di versamento di tributi degli enti locali è stato pubblicato nella G.U. n.82 dell’ 8 aprile 2013 ed è entrato in vigore il 9/4/2013. Esso prevede le seguenti misure:
a. Immediato allentamento del Patto di stabilità interno.
Esclusione per il 2013 dal Patto di stabilità interno dei pagamenti di debiti certi, liquidi ed esigibili di parte capitale (investimenti già effettuati dalle PA) per un importo di 5 miliardi di euro per quanto riguarda gli enti locali, di 1,4 miliardi per quanto riguarda le regioni, 500 milioni per quanto riguarda le amministrazioni centrali e 800 milioni per investimenti cofinanziati dai fondi strutturali europei, necessario a consentire il conseguimento dei target di spesa.
b. Creazione di un Fondo destinato al pagamento dei debiti di Regioni, Province e Comuni.
Si prevede l istituzione nel bilancio dello Stato di un unico Fondo con dotazione di 26 miliardi di euro-, articolato in tre sezioni dedicate e comunicanti tra loro, per il pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili rispettivamente degli enti locali (2 miliardi nel 2013 e 2 miliardi nel 2014), delle Regioni per debiti diversi da quelli sanitari (3 miliardi nel 2013 e 5 miliardi nel 2014) e sempre delle Regioni ma per debiti sanitari (5 miliardi nel 2013 e 9 miliardi nel 2014).
c. Incremento delle erogazioni per rimborsi di imposta per 6,5 miliardi (2,5 miliardi nel 2013 e 4 miliardi nel 2014).
Il decreto delinea, altresì, specifiche procedure da seguire per ottenere i pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni.
I pagamenti sono disciplinati, infatti, in relazione alle diverse tipologie di credito delle imprese nei confronti della pubblica amministazione e alla necessità di non mancare agli obiettivi di finanza pubblica, recentemente deliberati dal Parlamento, in materia di deficit e di debito. In particolare:
” Comuni e Province, entro il prossimo 30 aprile, faranno richiesta di autorizzazione al Mef per i pagamenti da effettuare. Tali pagamenti saranno autorizzati entro il 15 maggio e finanziati con le disponibilità liquide degli enti. Entro il 15 giugno le Amministrazioni dovranno comunicare importi e tempistiche alle imprese beneficiarie dei pagamenti. Sin da subito, in attesa della citata autorizzazione, i Comuni e le Province possono, comunque, iniziare a pagare i propri debiti nel limite del 50% dei pagamenti programmati.
” Comuni, Province, Regioni e ASL, se non hanno disponibilità liquide, possono ottenere finanziamenti a valere sul Fondo. A tal fine, entro il prossimo 30 aprile faranno richiesta al Mef delle risorse necessarie per i pagamenti e dovranno ricevere entro il 15 maggio le relative ripartizioni, a valere sul Fondo.
” Entro il 31 maggio 2013 le P.A. debitrici dovranno comunicare alle imprese creditrici il piano dei pagamenti.
Per le citate procedure non sarà necessaria la richiesta di certificazione da parte delle imprese creditrici, ma sarà responsabilità diretta dell Amministrazione identificare i soggetti creditori e gli importi da pagare.
In caso di richiesta di pagamenti per importi superiori alle disponibilità, le Amministrazioni seguiranno il criterio dell anzianità del credito scaduto: prima i crediti non ceduti pro soluto in ordine di anzianità , poi i crediti ceduti pro soluto in ordine di anzianità .
Le Amministrazioni sono tenute a rispettare precisi obblighi a garanzia delle imprese creditrici, sia per quanto riguarda il ricorso all anticipazione da parte del Fondo, sia per quanto riguarda l utilizzo delle somme anticipate dal Fondo esclusivamente per il pagamento dei debiti commerciali precedenti al 31 dicembre 2012.
Al fine di garantire l effettiva disponibilità per le imprese creditrici delle somme anticipate dal Fondo, queste non possono essere oggetto di pignoramento o altro atto esecutivo.
Le amministrazioni che si avvarranno del finanziamento del MEF sono tenute a presentare un piano di ammortamento per la restituzione dell’anticipazione ricevuta entro un periodo di durata fino a un massimo di 30 anni e a un tasso di interesse agevolato, determinato sulla base del rendimento di mercato dei BTP a 5 anni. Per le Amministrazioni che si avvarranno del finanziamento non vengono introdotti nuovi vincoli ai piani di spese, né di investimento.
A completamento del programma il decreto prevede inoltre importanti ulteriori misure che consentiranno di individuare la parte residua dei debiti commerciali scaduti e non ancora pagati e renderanno possibile, con la prossima legge di stabilità, di provvedere al pagamento, nel corso del 2014, anche di tali ulteriori debiti. In particolare, si prevedono le seguenti misure:
” Entro il prossimo 15 settembre, l ABI dovrà predisporre l elenco dei debiti ceduti a banche e intermediari finanziari autorizzati dalle imprese creditrici nei confronti delle pubbliche amministrazioni. Sulla base di tale elenco, si potrà programmare il pagamento, nel corso del 2014, di tali crediti ceduti con titoli del debito pubblico.
” Semplificazione e detassazione delle cessioni dei crediti. Il decreto prevede che i contratti di cessione dei crediti sono esenti da imposte e tasse e ne semplifica le modalità di perfezionamento.
” Allargamento della possibilità di compensare crediti e debiti con la PA. La possibilità già oggi esistente di compensare crediti commerciali certificati con debiti fiscali iscritti a ruolo viene allargata a debiti fiscali conseguenti ad atti di accertamento con adesione. Viene inoltre elevata da 500.000 ¬ a 700.000 ¬ la soglia di compensazione tra crediti e debiti fiscali (beneficio per le imprese stimabile nel 2013 ad almeno 2 miliardi di ¬).
” Attivazione universale obbligatoria della procedura di certificazione. Il decreto prevede che tutte le Amministrazioni saranno obbligate a entrare nella piattaforma informatica per la certificazione costituita presso il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato entro 20 giorni dalla sua entrata in vigore.
” Per assicurare il completamento del processo di liquidazione di tutti i debiti commerciali ante 2012 non ancora estinti, tutte le Amministrazioni sono chiamate entro il prossimo 15 settembre alla ricognizione completa dei debiti commerciali scaduti o in scadenza accumulati ancora pendenti e a produrre, senza adempimenti o oneri per le imprese, l elenco certificato di tutti i debiti ancora da onorare. Con la Legge di stabilità 2014 verrà programmato il completamento del processo di liquidazione prevedendo gli appositi stanziamenti.
Nel complesso i commenti positivi al decreto superano quelli negativi. Da più parti però si lamenta ancora la farragginosità tutta italiana nel dare soluzioni complicate a cose semplici!
Il decreto legge approvato dal CdM contiene anche alcune altre norme in materia di spending review, di TARES e di riequilibrio dei bilanci regionali. Per quanto riguarda la TARES: il decreto dà ai Comuni la facoltà di intervenire sul numero delle rate e sulla scadenza delle stesse come previsto dal Salva Italia (DL 201/2011). A tutela del contribuente è previsto che la deliberazione sia adottata e pubblicata dal Comune almeno trenta giorni prima della data di versamento. Viene altresì rinviato all ultima rata relativa al 2013 il pagamento della maggiorazione di 0,30 euro per metro quadro già previsto dal Salva Italia.