[Fun.News 2273] SEFIT10 2012 si apre con questa riflessione

E' di Antonio Dieni il pensiero che apre SEFITDIECI 2012 e che farà da filo conduttore dell'intera giornata di dibattiti romani, sul presente e sul futuro del settore funerario italiano:

Non è una previsione difficile quella del collasso del sistema cimiteriale in conseguenza della riduzione della capacità di spesa delle famiglie per la crisi in atto e dell’affievolimento delle disponibilità economiche dei comuni. La situazione dei cimiteri negli anni precedenti non era sicuramente florida. Da anni i comuni investono poco sulle strutture cimiteriali. In molte realtà locali le ‘sirene’ della finanza di progetto ammaliano le amministrazioni con la promessa di ampliamenti cimiteriali a costo zero. In altre le economie di spesa producono il diretto affievolimento della qualità gestionale del servizio. Per non parlare poi di vaste aree del paese dove il servizio cimiteriale, al riparo di una fragile patina burocratica, è ormai nelle mani di operatori privati che operano in regime di totale deregulation. In questa rincorsa verso il basso sembra essere venuta meno la funzione dei cimiteri come luoghi della memoria collettiva: dovunque vengono privilegiate soluzioni ‘economiche’ e la crescita della cremazione (ma anche della dispersione e dell’affido delle ceneri) sta ad indicare che ormai gli spazi cimiteriali sono sempre meno visti dalle famiglie come momenti necessari per poter agire anche i sentimenti individuali di cordoglio e per compiere atti di pietà e di ricordo. E’ dunque venuto il momento, almeno da parte dei soggetti più avvertiti del sistema cimiteriali, di riflettere seriamente se non sia possibile uscire da questo avvitamento negativo. Se le uniche alternative offerte per il ricordo di una persona cara debbano essere quelle della sua iper-privatizzazione, anche nella forma negativa della dispersione, oppure quelle di uno spazio e tempo anonimi, acquisiti a caro prezzo dentro un luogo deprivato di significati che finirà con divenire sempre meno curato ed accessibile. Oppure se non sia necessario ripensare i termini d un nuovo contratto nel quale l’istituzione cimiteriale diventi un interlocutore più prossimo delle famiglie e, al tempo stesso, il custode riconosciuto di valori comunitari. Si tratta di un percorso che probabilmente richiedere al servizio cimiteriale di uscire da una certa sua autoreferenzialità, di mettersi in discussione, di accettare le critiche aprendosi a forme partecipative più faticose ma sicuramente più ricche di senso. 

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