Meno di due anni di carcere per i due amici che nel marzo scorso trafugarono la salma di Enrico Cuccia dal piccolo cimitero di Meina (Verbania). I due avevano rubato la salma del presidente di Mediobanca, deceduto nel giugno dello scorso anno all’età di quasi 93 anni, per poi chiedere un riscatto alla famiglia. Il giudice dell’udienza preliminare, Maria Montefusco, ha condannato ad 1 anno e 8 mesi Franco Bruno Rapelli e a 2 mesi in meno l’amico, Gianfranco Pesce, per violazione di sepolcro, sottrazione di cadavere e tentata estorsione. Il pubblico ministero aveva solecitato 4 anni di reclusione a testa. Etnrambi hanno ottenuto la sospensione condizionale della pena. Gli avvocati difensori si dicono soddisfatti. Avevano infatti chiesto al giudice di valutare la effettiva pericolosità dei due imputati e di tenerne conto nella pena. Dalle indagini risulta infatti, che Pesce e Rapelli erano solo due persone che cercavano di risolvere le rispettive difficoltà economiche e non criminali abituali. L’idea di trafugare la salma era venuta in mente ad uno dei due sfogliando una rivista, in modo del tutto occasionale. L’operazione eseguita in modo assai maldestro dimostrerebbe poi la non professionalità a delinquere dei due che chiesero addirittura il riscatto alla persona sbagliata, Paolo Cuccia, amministratore della romana Acea, confondendolo con il figlio del presidente di Mediobanca. Rapelli durante l’udienza ha avuto una crisi di pianto e al momento della sentenza è stato colto da un leggero malore. Una persona a lui vicina ha dichiarato: “E’ troppo emozionato ma è anche contentissimo. E non vede l’ora di tornare a casa dalla figlia, con la quale conta di festeggiare la fine del processo”. Rapelli è tornato a fare l’autotrasportatore e Pesce l’operaio.
Di norma la risposta al quesito è data entro 3 giorni lavorativi.
Per quesiti complessi ci si riserva di non dar risposta pubblica ma di chiedere il pagamento da parte di NON operatori professionali di un prezzo come da tariffario, previo intesa col richiedente
Risposta a quesiti posti da operatori professionali sono a pagamento, salvo che siano di interesse generale, previa conferma di disponibilità da parte del richiedente.