Un dirigente del Comune di Milano e una funzionaria sono stati arrestati oggi dalla Polizia della sezione di Pg della Procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta sul racket delle pompe funebri che, lo scorso ottobre, aveva gia’ portato in carcere e ai domiciliari una quarantina di persone.
Le ordinanze di custodia cautelare, firmate dal gip Giuseppe Vanore su richiesta del pm Grazia Colacicco sono state notificate a L.B. e a Carla Ferrari, rispettivamente dirigente e funzionaria di Palazzo Marino. L’accusa e’ di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione.
Le ordinanze di custodia cautelare sono state notificate anche ad Andrea, Alcide e Massimo Cerato, i quali si trovano agli arresti domiciliari nell’ambito della stessa inchiesta.
L.B. e Carla Ferrari, invece, sono stati portati a San Vittore.
La vicenda riguarda un presunto pagamento di tangenti da parte dei Cerato, nella loro qualita’ di amministratori di fatto della societa’ Edilizia cimiteriale, formalmente di proprieta’ della Virudent Italia, a L.B., dirigente del settore Servizi cimiteriali del Comune, e alla sua collaboratrice, affinche’ agevolassero pratiche presentate dai clienti della stessa societa’. Gli episodi di corruzione contestati sono 58 per un totale accertato di oltre 311.000 euro e vanno dalla fine di dicembre 2005 al 2008. Le mazzette versate per pratica sarebbero state variabili tra i 2.500 e i 20.000 euro.
Grazie all’analisi dei file scoperti nel computer di Andrea Cerato, indagato da tempo, la Procura ha completato la fotografia scattata nella prima parte dell’indagine che evidenziava come la quasi totalita’ dei contratti di fornitura dei servizi funebri si concludevano con la segnalazione di infermieri compiacenti alle imprese dietro compenso. Significativa la pratica relativa alla sepoltura di una donna al Cimitero Monumentale riportata nell’ordinanza firmata dal gip Giuseppe Vanore.
La famiglia della morta si rivolge a Massimo Cerato per organizzare le esequie. "L’operazione – scrive il gip – comportava il coinvolgimento dell’amministrazione comunale, e dei ritardi di questa un parente della defunta si doleva con Cerato, in una telefonata intercettata il 18 dicembre 2007. L’uomo chiamava Massimo Cerato per comunicargli che a gennaio avrebbe incontrato il sindaco di Milano per risolvere la questione della sepoltura della madre. Massimo Cerato gli suggeriva di far chiamare ‘Letizia’ dal L.B., di parlare con questi e avvisarlo, in quanto lui avrebbe a sua volta chiamato l’ingegnere e che poi si sarebbe arrangiato lui".
Incredulo e amareggiato l’Assessore ai cimiteri di Milano Stefano Pillitteri.
”Sono un garantista e credo nella presunzione di non colpevolezza, ma questi arresti mi turbano come persona prima ancora che come assessore, perche’ sento tradita la mia fiducia: mi auguro che questa sensazione non venga confermata”. Questa l’amarezza dell’assessore ai Servizi Civici del Comune di Milano Stefano Pillitteri nell’apprendere la notizia dell’arresto di un suo dirigente, responsabile del settore dei servizi funebri, e di un funzionario, accusati entrambi di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. ”Provo un senso di sconfitta – ha aggiunto Pillitteri – perche’ da parte nostra c’e’ sempre stata la volonta’ di portare trasparenza in un settore in cui purtroppo si conferma un’opacita’ di rapporti tra gli uffici e gli operatori privati”. La tempesta giudiziaria che ora si e’ abbattuta sui servizi funebri del Comune di Milano non ha pero’ distolto Pillitteri dall’intenzione di portare a termine il suo progetto di azienda speciale per tutto il settore (Misef), a suo tempo osteggiata dal centrodestra. ”Sono convinto che un centro gestionale unico – ha affermato – garantisca una maggiore trasparenza proprio perche’ impedisce che le attivita’ si disperdano nei meandri della macchina comunale”. L’assessore ha infine rivelato che, dopo le perquisizioni di due giorni fa negli uffici comunali, aveva gia’ avviato le procedure per un’indagine interna. ”Gli eventi sono precipitati – ha dovuto ammettere – ma gia’ ieri in una riunione avevamo deciso di procedere con un audit interno, valutando l’opportunita’ di trasferire in altri uffici i due interessati”.
Di norma la risposta al quesito è data entro 3 giorni lavorativi.
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