[Fun.News 1687] Giorni caldi per il futuro fiscale del settore funerario europeo

A pochi è noto che in Italia si ha una esenzione IVA (art. 10, n. 27 del DPR 633/1972) per i servizi e le forniture ceduti in occasione di un funerale.
Questo perché l’Italia aveva in essere questa facilitazione dal 1972 per motivi sociali e quando venne adottata la prima direttiva in materia di IVA comunitaria è stato consentito ai singoli Paesi, per un periodo limitato, di mantenere le esenzioni in essere.
Invece il settore delle pompe funebri e della cremazione, sempre nella stessa direttiva, era stato inserito tra quelli per i quali ogni Stato poteva decidere se applicare l’IVA ridotta al posto di quella ordinaria (alla prima aliquota IVA ridotta consentita, con un minimo del 5%). Diversi Paesi infatti hanno adottato questa misura.
Il Governo e il Parlamento italiano non hanno ritenuto di considerare ancora la cremazione tra i servizi ad aliquota IVA ridotta del 10% (e quindi si paga il 20%).
Ma in questi giorni è in discussione in Comitato per i problemi economici e finanziari della UE, in vista della approvazione in Aula nel giro di un paio di mesi, una proposta di direttiva che va a modificare totalmente il regime IVA (e non solo per i servizi funerari).
E così sul finire del mese di dicembre 2008 è stato presentato a sorpresa un emendamento (John Purvis) che aveva l’obiettivo di far applicare a cremazione e servizi/forniture di pompe funebri l’IVA intera (20%).
 Invece l’aliquota ridotta veniva consentita ad una tipologia di servizi prima ad aliquota ordinaria e cioé la fornitura di materiali per tombe, la loro manutenzione.
La reazione di alcune Federazioni del settore funerario è stata immediata e particolarmente incisiva da parte di due Paesi: la Francia e l’Italia.
In ambedue i casi si sono mosse sia le Federazioni del settore pubblico che di quello privato.
In Italia Feniof, Federcofit e Sefit hanno scritto a tutti i 99 europarlamentari della Commissione problemi economici e finanziari del Parlamento europeo per spiegare i motivi del loro dissenso all’approvazione dell’emendamento Purvis e per far comprendere invece che era utile, semmai, estendere la possibilità di aliquota IVA ridotta a delle componenti di forniture e servizi cimiteriali (in particolare per le tombe), che ora sono ad aliquota intera.
E’ presto per dire se il risultato sia o meno acquisito, perché si è in attesa che il Comitato prima e l’Assemblea parlamentare poi decidano in merito, ma intanto è utile sapere che quando occorre l’unione può fare la forza!

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