“Tutte le attività sanitarie o parasanitarie, propedeutiche ai servizi funebri veri e propri o diventano totalmente incompatibili con le onoranze funebri, o debbono essere eseguite da tutti i soggetti che lo richiedano, con parità di condizioni.” Questa la dichiarazione di Athos Giannecchini, Federcofit toscana, per chiarire la posizione dell’imprenditoria funebre nei confronti delle Pubbliche Assistenza e delle Misericordie. Se il no profit entra nelle pompe funebri, le pompe funebri entreranno nel no profit, quindi servizi di ambulanze, trasporti sanitari e trasferimento salme dai reparti di degenza. In questo senso deve leggersi il varo di un’associazione volontaria “Il Soccorso”, che chiederà di accedere a parità di condizioni e di contribuzioni economiche al mercato del no profit antecedente la pompa funebre. Parallelamente, Federcofit nazionale stringe alleanze con il Centro Studi Ariodante Fabretti ( molto vicino a Socrem Torino e FIC). Sono entrati insieme nel consorzio ESA.CO per ritagliarsi uno spazio nel ricco business della formazione per operatori funerari. L’associazionismo cremazionista, o almeno quello più orientato alla gestione guidato da Luciano Scagliarini, sembra quindi convergere verso soluzioni che consentano interessanti ritorni economici, come del resto confermato sempre dalla Socrem di Torino, che opera attraverso alcune società di capitali sia nel ramo della gestione torinese di forni crematori ( recentemente pubblicizzati su Tecnica), della promozione di nuovi impianti di cremazione, di attività editoriali.
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