Dal prossimo 15 di luglio il crematorio di Como è fermo per 4 mesi a causa di importanti lavori di ristrutturazione. Pertanto le cremazioni della zona dovranno essere dirottate in altri forni in funzione in Lombardia o a Lugano. La questione è di non poco conto perché a Como ormai il 50% della popolazione ha fatto la scelta della cremazione e si pone anche la necessità di un raddoppio dell’impianto esistente. Il rifacimento del forno crematorio prevede il passaggio dall’alimentazione attuale, che è elettrica, all’alimentazione a gas metano. Con la nuova alimentazione il crematorio comunale sarà in grado di effettuare fino a 10 cremazioni al giorno (oggi se ne effettuano 5), visto che è previsto il raddoppio del numero dei forni e si sono utilizzati impianti di ultima generazione, capaci di effettuare una cremazione in meno di 90 minuti. Il nuovo impianto sarà all’avanguardia sia in relazione alle caratteristiche tecniche che minimizzano l’impegno gestionale con telecontrollo a distanza, sia in relazione alle emissioni in atmosfera. Il nuovo impianto a gas consentirà anche la cremazione delle cosiddette salme inconsunte (resti mortali).
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